Dalla prefazione di Dieci cose che ho imparato
di Alberto Angela
È stato per me emozionante leggere le prime righe di questo volume. Perché, per la prima volta dopo la scomparsa di mio padre, ho di nuovo risentito chiarissima la sua voce e il calore dei suoi ragionamenti, che prendendoti per mano ti portavano verso scoperte e conclusioni che ignoravi, sempre sorprendenti e condivisibili.
Esattamente come una guida ti conduce con sicurezza attraverso una foresta buia per emergere in prati assolati. Leggere le sue parole è stato come rincontrarlo, dopo settimane di assenza, di vuoto e di silenzio. E immagino che lo stesso sarà per voi. Avrete davvero la sensazione che sia nuovamente al vostro fianco mentre vi spiega argomenti complessi.
Credo di interpretare il pensiero di tutti, dicendo che sentiamo la mancanza del suo pensiero e della sua innata capacità di illuminare l’ignoto con una razionalità elegante ma ferma. Aggiungo che manca anche la sicurezza della sua saggezza. Una saggezza che non ho mai visto altrove, e che in questo presente instabile e incerto, con cupe nuvole sul futuro (da quello climatico a quello geopolitico), sarebbe più che mai importante e rassicurante.
I capitoli spaziano dalla politica all’ambiente, al cervello. E dimostrano la sorprendente capacità di mio padre di affrontare argomenti diversissimi con una lucidità, una professionalità, una chiarezza, una correttezza d’analisi e un’imparzialità di pensiero grazie alle quali vi porta a conclusioni e soluzioni mai di parte, ma condivise, di buon senso e soprattutto stimolanti per continuare con nuovi ragionamenti.
Ognuno dei capitoli fa parte delle costellazioni di argomenti che ho avuto l’incredibile fortuna di esplorare ascoltandolo per decenni. E vi posso dire che, leggendoli, è come se avesse messo una sedia anche per voi, accanto a me, in questi anni. Che sia stato mentre scrivevamo libri a quattro mani unendo le nostre esperienze e conoscenze, oppure a cena, al telefono o in assolati pomeriggi di fronte al mare, la sua mente donava un sapere forte e nutriente, aprendo la nostra a universi per noi fino ad allora lontani e irraggiungibili, grazie al suo modo scientifico e stimolante di vedere ogni cosa.
Era, ed è tuttora con i suoi programmi e i suoi libri, una sorta di spinta che dava al nostro pensiero, un po’ come si fa con l’altalena, e che io trovo presente in tutte le sue frasi di questo libro. Una spinta potente e sorridente, che gli ho sempre riconosciuto. Una volta gli ho chiesto: «Papà, ma come fai a sapere ogni volta la soluzione giusta per qualsiasi questione?». E lui mi ha risposto: «Leggendo e documentandomi. E poi pensando molto». Ed era proprio questa capacità, razionale e limpida, di mettere assieme cose poco note, che gli consentiva di proporre spiegazioni (lui non le imponeva mai) ai problemi, con un’onestà che vi lasciava meravigliati. Pur lavorando nello stesso campo, so che non avrò mai la sua saggezza.
Da tanti anni, standogli accanto, mi ero reso conto di avere come padre e come collega di lavoro una persona di una genialità eccezionale, come ne nascono solo raramente. Mi direte che queste sono le parole di un figlio. Sì, forse, ed è naturale, ma è vero solo in piccolissima parte: lascio ai capitoli che leggerete il compito di convincervi di ciò che dico. Troverete lo spirito del suo pensiero, del suo modo semplice nelle parole e negli esempi, ma incredibilmente profondo nel ragionamento.
La cosa che mi ha gradevolmente colpito di questo suo ultimo volume, elaborato quando già sapeva quale fosse il suo destino, è che ha voluto togliersi il microfono, smettere di fare il giornalista e il divulgatore davanti a una telecamera, per raccontare quanto lui stesso ha imparato nei vari campi.
Si è in un certo senso seduto accanto ai suoi telespettatori, ai suoi lettori, ai suoi amici, a voi, per raccontare ciò che ha capito nell’arco della sua esistenza. Questo, quindi, non è un libro come tutti gli altri che ha scritto: è un diario intimo del suo sapere, l’ultimo, che ha voluto regalarci prima di andarsene.
Il volume che leggerete è arrivato fino a voi grazie al paziente lavoro di assistenza alla stesura di mia sorella Christine negli ultimi mesi di vita di papà. E grazie anche a quello preziosissimo di Lorenzo Pinna, suo storico e fedele collaboratore (era accanto a mio padre fin dagli esordi di Quark, nel lontano 1981), che ha seguito l’elaborazione finale del testo.
Ora tocca a voi. Nelle pagine che seguiranno ci sono i suggerimenti di mio padre per il futuro, raccolti in una vita. Facciamone tesoro per i tempi difficili che verranno, come lui stesso ci ha consigliato. Buona lettura.