Il contingente italiano in Libano che ha la leadership del settore occidentale della missione delle Nazioni Unite nella Terra dei Cedri, ha condotto una serie di attività nell’ambito dei progetti di cooperazione civile e militare a supporto della popolazione locale.
I caschi blu italiani, attualmente provenienti dalla Brigata “Aosta” dell’Esercito, hanno donato un cospicuo numero di presidi sanitari all’ospedale civile di Bint Jubayl, città nell’estremo sud dell’area di responsabilità della missione.
Il generale Giuseppe Bertoncello, comandante della Joint Task Force Lebanon e del contingente italiano ha consegnato al dottor Tawfik Faraj, direttore del nosocomio libanese, 145.000 mascherine chirurgiche, 70.000 mascherine del tipo Ffp2, 72.000 guanti chirurgici, e oltre 100 litri di gel sanificante. Analogamente, stessa tipologia di materiale sanitario é stata consegnata alla vicina municipalità di Dibil, nelle mani del sindaco Elie Youssef Louka che ha ricevuto il materiale, presso la chiesa di San Giorgio, retta da padre Fali Felfleh.
Questa donazione, coordinata dagli specialisti del Multinational Cimic Group di Motta di Livenza(Tv), si inquadra nell’ambito di intervento per il supporto essenziale all’ambiente civile nel settore salute ed è un ulteriore aiuto per il contrasto alla pandemia da Covid-19 che da tempo l’Italia e Unifil conducono per arginare il Coronavirus.
Inoltre, nei giorni precedenti i peacekeeper italiani hanno aderito alla campagna di donazione di sangue “Blood Drive” lanciata dal comando della missione Onu in Libano e che ha, tra i pilastri del proprio mandato stabiliti dalla risoluzione n. 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza, proprio quello del supporto alla popolazione libanese.
Il prelievo di sacche di sangue donate dai militari presso l’ospedale militare di Naqoura, ha permesso di far fronte alle richieste della Croce Rossa Libanese per mantenere inalterate e reintegrare le riserve delle banche del sangue degli ospedali locali.