Foto: Fabio Blaco

di Carmelo Abisso

Giornata densa di emozioni ieri alla caserma “De Gennaro” di Forlì dove il 66° reggimento fanteria aeromobile “Trieste”, in occasione del 79° anniversario, ha celebrato la festa di corpo che commemora la battaglia di Takrouna (Tunisia). Per il sacrificio dei “Leoni” sul fronte africano durante il secondo conflitto mondiale la bandiera di guerra del reggimento è decorata della medaglia d’oro al valor militare. Alla presenza del prefetto di Forlì Antonio Corona, del sindaco Gian Luca Zattini, del comandante della Brigata aeromobile “Friuli”, generale di brigata Massimiliano Belladonna e di numerosi familiari dei soldati, la cerimonia ha avuto inizio con la ricostruzione storica dei fatti d’arme con tanto di figuranti, mezzi dell’epoca e rappresentazione del caposaldo di Takrouna. In terra tunisina il I battaglione del 66° si rese protagonista di un’epica resistenza guidata dal capitano Mario Leonida Politi, che oppose i fanti della “Trieste” alla 2^ Divisione Neozelandese. Dopo oltre 60 ore di combattimenti, scanditi da ripetute avanzate e ritirate, la battaglia terminò il 22 aprile 1943 solo quando i militari italiani esaurirono viveri e munizioni, guadagnando l’onore delle armi dei vincitori per l’eccezionale eroismo e il coraggio dimostrato sul campo di battaglia. “Su Takrouna l’Italia ha fatto affluire i migliori soldati” trasmise Radio Londra.

In seguito, accompagnati dalle note del corpo bandistico “Giuseppe Verdi” di Carpinello, diretto dal maestro Franco Casadei, si sono schierati i reparti in armi, i labari delle associazioni combattentistiche e d’arma e i gonfaloni delle città di Forlì, Riolo Terme e Palazzolo sul Senio. Dopo gli onori alla bandiera di guerra, il comandante del 66°, colonnello Marco Licari, ha passato in rassegna il reggimento. “Oggi riusciamo finalmente a coronare un’idea – ha detto il colonnello Licari nel suo intervento – organizzare una festa di corpo diversa da ciò che e’ omologato e che mettesse insieme diverse importanti ricorrenze riguardanti la vita del reggimento. Tale innovazione e’ stata fortemente voluta da noi fanti aeromobili del “Trieste” per dare una scossa dopo due anni di chiusure e grandi sacrifici dovuti agli effetti della pandemia da Covid-19, per la quale peraltro, proprio agli inizi della stessa, il 66° in silenzio e senza fare un passo indietro si trovo’ a gestirne le prime fasi nella citta’ di Roma, impiegato nell’ambito dell’operazione Strade Sicure. Questa festa ce la meritiamo tutti ! Pertanto, oggi ricordiamo la battaglia di Takrouna, salutiamo i nostri reparti in rientro dalle missioni all’estero, celebriamo il ventennale del riconoscimento della cittadinanza onoraria del comune di Forli al 66° e, infine, viene concesso di indossare il badge dell’abilitazione aeromobile avanzata sull’uniforme di servizio e combattimento, una grandissima soddisfazione per ognuno di noi.

Onore, spirito di corpo, fedelta’, coraggio, altruismo, senso di appartenenza alle istituzioni, dedizione alla Patria. Questi sono i valori sui quali i Leoni di Takrouna hanno basato la loro impresa. Come disse il generale Politi in questa caserma qualche anno fa prima della sua morte…“alla fine erano rimaste solo le mani e le baionette”. Oggi noi siamo gli eredi di quei ragazzi, di quei leoni ventenni e noi ne siamo fieri, ce ne vantiamo e li onoriamo! Grazie Leoni!!! Noi oggi rappresentiamo un moderno 66° che voi tutti conoscete e che fonda la propria essenza su quei valori. Un reggimento che si e’ erto ad eccellenza della fanteria italiana, oggi aeromobile, unico reggimento di questa tipologia che dalla ricostituzione a Forli’ nel 1975 ad oggi, ha partecipato a tutti gli impegni operativi che hanno interessato l’Esercito ed ha concorso a tutte le operazioni condotte in supporto alla popolazione in seguito a calamita’ naturali, nonche’ operazioni a supporto della sicurezza nazionale. Pertanto, siamo oggi qui tutti simbolicamente uniti nello spirito a salutare e rendere il meritato tributo ai ragazzi che avete qui di fronte appena rientrati da lunghe e complesse missioni in Libano, Somalia, Mali. Mi preme anche ricordare che siamo stati fra gli ultimi in assoluto a lasciare le basi italiane in Afghanistan (nda, assetto aeromobile di personnel recovery del task group”Fenice”) l’anno scorso. Grazie ragazzi! Vi siete fatti onore e avete fatto onore anche alla meravigliosa citta’ che ci ospita: Forli con la quale ci lega un indissolubile legame di fratellanza e di comunione di intenti. Questa cerimonia ci permette di rinsaldare questo fortissimo legame nel ricordare il ventennale del riconoscimento della cittadinanza onoraria concessa al reggimento,

Sindaco Zattini, i ragazzi del 66° portano Forlì nel cuore. Il progetto “Forli per il Libano” ci ha permesso di aiutare concretamente la popolazione libanese nell’ambito della nostra missione di pace. Il nome di Forli oggi vola altissimo in Libano cosi come l’aquila sveva, il fiero simbolo della nostra città. Grazie Forli, Grazie sindaco. Vado a concludere nel ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione di questa indimenticabile giornata il cui regista è il sergente maggiore capo qs Giuseppe Salvatore Virzì e suoi tantissimi colleghi e amici appassionati del nostro magnifico mondo militare. Ringrazio infine il generale Belladonna, che con il suo arrivo ha dato un impulso straordinario alla capacità aeromobile e, conseguentemente, al 66° che sta vivendo una fase di crescita senza precedenti proprio grazie al sostegno del comandante. Senza di lei non avremmo potuto conseguire taluni risultati addestrativi e operativi, nonché simboliche ma importantissime conquiste sul campo del riconoscimento sempre più marcato della capacità espressa dagli air assaulters del 66°! Grazie comandante! Chiudo con un pensiero alle nostre bellissime famiglie. Non ci sono dubbi che la nostra forza deriva dai vostri innumerevoli sacrifici a sostegno della nobile missione che abbiamo intrapreso. I nostri risultati sono legati a voi e sono direttamente proporzionali a quanto ci siete vicini. Vedervi qui in gran numero è una risposta chiara. Grazie!”.

“E’ una grande gioia essere qui oggi – ha detto il sindaco di Forlì nel suo saluto – voi non siete ospiti, siete una parte bella della nostra città. Presidio di legalità, con sacrificio, attenzione, onestà. Sono orgoglioso, avete portato nel mondo il nome di Forlì, con la grande attività in Libano. Grazie a una lettera del vostro colonnello è venuta fuori una grande iniziativa. Insieme, con il nostro aiuto, siamo stati vicini a quella popolazione, in Libano siamo considerati una gran bella realtà. Voi onorate la nostra città ed io vi devo essere riconoscente. Vedo in voi un futuro radioso per la nostra Nazione, grazie per quello che fate ogni giorno”.

Ha concluso gli interventi il comandante della brigata aeromobile Friuli. “Mi inchino alla bandiera di guerra del 66°, custode dei valori, della storia, dell’identità del reggimento. Un commosso pensiero ai caduti, il loro sacrificio è una guida per il nostro operare. La presenza delle autorità locali, un “rapporto viscerale” con le istituzioni del Paese, identifica un legame enorme con questo reggimento. Ringrazio anche i comandanti che si sono succeduti, testimoni del mosaico che si è formato, saldo investimento morale. Sono i “nostri” fanti aeromobili, mi disse il sindaco Zattini quando in visita in città parlai dei “miei” soldati. Lezione appresa. Sono stato testimone diretto – ha proseguito il generale Belladonna rivolto ai militari – del vostro impegno e sacrificio. Avete operato in quattro teatri operativi contemporanemente, Afghanistan, Mali, Somalia e Libano. L’ambasciatrice del Libano in Italia, Mira Daher, mi ha detto che avete lasciato un segno indelebile, con un basket valoriale inestimale nel Paese. I vostri valori non possono essere scalfiti da niente e da nessuno. Lunga vita al 66° e alla Brigata, viva l’Esercito!”.

Al termine della cerimonia il comandante della Brigata aeromobile “Friuli” ha consegnato al colonnello Marco Licari, al luogotenente Angelo Sisto, sottufficiale di Corpo e al caporal maggiore caposcelto qs Patrizio Sabetta, il distintivo di merito in velcro di abilitazione aeromobile avanzata, autorizzato lo scorso 20 maggio dallo Stato Maggiore dell’Esercito a sancire la peculiarità e unicità del reggimento di fanteria aeromobile nella Forza armata. Il sorvolo sulla caserma di tre elicotteri NH90 del 7° reggimento Aviazione dell’Esercito “Vega” ha concluso l’evento.

Foto: Fabio Blaco

 

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