Direttore condannato, pone questione in prima pagina Il Giornale

No al carcere per Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, e sì al diritto alla libertà di informazione. A lanciare l’appello sono la Federazione Nazionale della Stampa e l’Ordine dei giornalisti, intervenuti dopo che questa mattina, sulla prima pagina del quotidiano, il titolo di apertura recitava ‘Stanno per arrestare il direttore del Giornale’, con un articolo a firma di Vittorio Feltri. Una sorta di autodenuncia per richiamare l’attenzione sulla vicenda che vede coinvolto Sallusti, condannato in primo grado a 5 mila euro di pena pecuniaria e in appello a 14 mesi di reclusione, senza condizionale – e senza che il suo legale fosse presente -, per diffamazione a mezzo stampa a causa di un articolo, il cui autore usò uno pseudonimo, apparso nel febbraio 2007 su Libero. All’epoca Sallusti ne era direttore e dunque chiamato a rispondere di tutto ciò che veniva pubblicato.

Mercoledì prossimo, il 26, la Cassazione dovrà esaminare il caso, ma non entrerà nel merito, controllando solo la regolarità formale del giudizio. Ciò vuol dire che se la Corte non avrà nulla da eccepire, la sentenza sarà immediatamente esecutiva e Sallusti finirà in carcere. “E’ inaccettabile che un giornalista per fare il suo lavoro e per le sue opinioni rischi la galera – si legge in una nota diffusa dall’Fnsi -. Non è da Paese civile. Succede solo in Italia e questa è una delle ragioni principali per cui siamo così in basso nelle graduatorie mondiali sulla libertà di stampa. La condanna al carcere, senza condizionale, per il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, è mostruosa e non può essere accettata come atto di giustizia giusta, ancorché dovesse risultare coerente con il codice penale italiano”.

L’Ordine dei Giornalisti, dal canto suo, invoca l’intervento del ministro della Giustizia Paola Severino per capire come sia possibile che una sanzione passi nei due gradi di giudizio da 5.000 euro di multa al carcere e – si legge in un comunicato – “viene da domandarsi se era davvero impossibile differire quell’udienza per riconoscere a Sallusti il sacrosanto diritto ad una difesa non rituale. In un mondo, quello della giustizia, che accumula ritardi di anni, che cosa ha impedito un rinvio?”.

La vicenda ha suscitato reazioni anche nel mondo politico. Per Alfonso Papa (Pdl) “il carcere per un giornalista è una vergogna. Ormai l’Italia è il Paese delle condanne preventive ed esemplari. Come può definirsi liberale un Paese dove un giornalista viene condannato al carcere per un presunto reato d’opinione? Siamo l’unico Paese occidentale in cui i reati a mezzo stampa sono valutati dalla giustizia penale e non civile.

Contrario al carcere per i giornalisti anche Giuseppe Giulietti (Pd): “siamo contro I bavagli sempre e comunque, anche quando sotto giudizio finiscono persone e giornali, è il caso di Alessandro Sallusti, dai quali ci separa tutto, ma proprio tutto, anche perché, in altre occasioni, diedero il loro appoggio ad ogni forma di ‘editto bulgaro’”. Bruno Murgia (Pdl), come componente della commissione Cultura della Camera, si impegna “a studiare insieme ai colleghi di maggioranza ed opposizione una proposta di legge per modificare le norme penali vigenti in materia di diffamazione a mezzo stampa. E’ arrivato il momento di modificare una normativa datata”.

Fonte: ANSA, 21 settembre 2012

 

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