Nell’ottobre del 1942, i paracadutisti schierati a El Alamein, unitamente alle Divisioni “Ariete”, “Littorio”, “Pavia”, “Brescia”, “Bologna”, “Trento” e “Trieste”, lungo un fronte di 15 chilometri, con un rapporto di forze impari, seppero resistere oltre l’immaginabile, con incredibile determinazione ed energia ai ripetuti attacchi avversari, respingendo ogni tentativo di sfondamento e infliggendo al nemico gravi perdite, tanto che alla resa ebbero l’onore delle armi.
Al prezzo di grandi sacrifici, con circa 1.100 tra morti, feriti e dispersi e grazie all’inaspettata resistenza, protrattasi per oltre una settimana, i paracadutisti italiani costrinsero i comandi inglesi a sospendere ogni ulteriore iniziativa su quel fronte.
Un esempio di abnegazione sintetizzato dalle parole della medaglia d’oro al valor militare, tenente colonnello Alberto Bechi Luserna: “fra sabbie non più deserte sono qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore, fior fiore di un popolo e di un esercito in armi. Caduti per un’idea, senza rimpianti, onorati dal ricordo dello stesso nemico”.
El Alamein si colloca in uno scenario vasto di battaglie decisive della seconda Guerra Mondiale, che consegnò il dominio del Mediterraneo agli inglesi, aprendo la strada allo sbarco in Sicilia destinato a riportare gli Alleati in Europa.
Il comandante della Folgore, generale di brigata Roberto Vergori, ha sottolineato il “significato intimo e profondo della ricorrenza, che marca la linea continua con chi ci ha preceduto, tramandando, senza interrompersi mai, il valore e i valori dei soldati italiani, e costituendo un singolare abbrivio a guardare alle difficoltà come stimolo, in ogni circostanza della vita”.
Si legge, in particolare, nel suo messaggio alle unità della Brigata: “attingere alla realtà della Folgore e di tutte le altre unità, che si sono sacrificate, fianco a fianco, nelle sabbie di El Alamein, ti da’ la certezza del valore aggiunto che i Paracadutisti hanno il dovere, la responsabilità e la capacità di esprimere nel confrontarsi con le nuove sfide e i rischi emergenti, anche in situazioni caratterizzate da imprevedibilità”.