di Carmelo Abisso

Albania, 21 aprile 1997 (D+6). L’ordine di operazione della missione “Alba” prevedeva la costituzione dell’Entry Point di Valona con sbarco del battaglione S.Marco ed immissione del 18° reggimento bersaglieri da terra. Occupazione e presidio del porto. Chi scrive, allora capo ufficio operazioni (G3) della Brigata meccanizzata Friuli, a bordo di un VM90 posto comando attraversava il ponte Mifol, sul fiume Voiussa, sulla strada che collega Fier a Valona. “Mancavano quindici minuti alle sei del mattino quando le luci dell’ incrociatore ‘Vittorio Veneto’, della fregata ‘Grecale’ e della nave-anfibia ‘San Giusto’ sono diventate visibili sotto costa all’ altezza del promontorio di Karaburun. Un pallido luccichio nella foschia dell’alba. Qualche minuto dopo – da terra – gli incursori dell’ Esercito del Col Moschin cominciavano a ‘bonificare’ – come si dice – il porto di Valona. Perquisizioni dei resti rugginosi di pescherecci attraccati alla banchina. Ispezioni delle garitte e corpi di fabbrica diroccati. Due ore dopo i mezzi anfibi degli incursori e dei fucilieri di Marina prendevano terra mentre dalle colline avanzava il polverone sollevato dalla colonna, proveniente da Fier, dei cingolati della Brigata Friuli. La coreografia dell’ arrivo dei settecento uomini del contingente italiano a Valona, nel sud dell’ Albania, è stata – dispiace cadere nel convenzionale – perfetta. Si potrebbe dire, educata. Non c’ è stato nessun clamore. Nessuna arroganza, ma molta educazione. Con gentilezza gli italiani hanno preso posizione lungo i cancelli del porto, sulle due banchine di attracco, sulle tre spiagge che dividono le due banchine. Hanno sistemato il filo spinato, attrezzato i posti di guardia ai quattro angoli. Alle nove del mattino era già tutto “sotto controllo”, come ripeteva il comandante delle operazioni, generale Girolamo Giglio”. Così l’inviato di Repubblica Giuseppe D’avanzo raccontava sulle colonne del quotidiano quel giorno a Valona. La prima operazione fuori area della Brigata meccanizzata Friuli iniziava con i migliori auspici.

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