13 aprile 2012. Almeno tre persone sono morte oggi in Siria durante le manifestazioni antigovernative organizzate dall’opposizione, all’indomani dell’entrata in vigore del cessate il fuoco previsto dal piano di pace di Kofi Annan. Lo riferiscono gli attivisti del Comitato di coordinamento locale, citati dall’agenzia d’informazione ‘Dpa’.
Secondo gli attivisti, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere i manifestanti in diverse città del Paese. Una persona è morta a Idlib, nel nord-ovest della Siria, un’altra a Hasakeh, nel nord-est, mentre la terza vittima si registra a Hama, nella regione centrale del Paese. Gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani parlano anche di manifestazioni di massa contro il presidente Bashar al-Assad a Latakia, in alcune aree periferiche di Homs e a Daraa, dove la gente è scesa in piazza dopo la preghiera del venerdì.
“Possiamo dire che in generale il cessate il fuoco sta ancora tenendo, anche se è stato violato in diverse aree”, ha dichiarato il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdul-Rahman. La stessa organizzazione ha riferito anche di arresti di oppositori eseguiti a Daraa, nel sud, e di scontri tra esercito e ribelli vicino al confine con la Turchia.
La prima squadra della missione di osservatori internazionali in Siria sara’ composta da circa dieci-dodici persone ed e’ pronta a partire “il piu’ presto possibile” non appena il Consiglio di sicurezza dell’Onu avrà approvato la risoluzione, all’esame oggi stesso a New York e che prevede una prima missione di una trentina di persone in tutto. Complessivamente, se il cessate il fuoco reggerà si ipotizzano fino a 200-250 uomini.
Lo ha detto oggi a Ginevra il portavoce dell’inviato dell’Onu e della Lega Araba sulla crisi siriana, Kofi Annan. “Abbiamo capito che la Siria ha accettato gli osservatori”, Damasco ha infatti “accettato il piano in sei punti” di Annan per la fine della violenze in Siria, che include un meccanismo di controllo, ha detto il portavoce, Ahmad Fawzi. In particolare, i dettagli della missione sono stati messi a punto in consultazione con le autorita’ siriane.
L’invio di osservatori in Siria sarà in “due fasi – ha precisato Fawzi -. La settimana prossima, se il cessate il fuoco reggerà e ci sarà una vera cessazione delle ostilita’ con la fine delle violenze di ogni tipo e forma da entrambe le parti, il Consiglio potrebbe autorizzare la missione di osservatori vera e propria, con tutte le capacita’ necessarie per sostenere in loco piano di Annan”, ha detto precisando che la missione completa dovrebbe prevedere 250 osservatori o truppe.
“Il dipartimento dell’Onu per le operazioni di mantenimento della pace lavora giorno e notte per identificare le truppe necessarie per la missione. Alcuni di loro potrebbero essere quelli gia’ presenti nella regione, ha detto.
Senza identificarli per nazionalita’, Fawzi ha affermato che i militari saranno di provenienza “accettabile” per la Siria. Si parla di caschi blu asiatici, africani o sudamericani.
Redazione