“In sede di recenti colloqui bilaterali con la controparte tedesca è emersa la possibilità di aprire anche all’Italia la partecipazione al progetto denominato “main ground combat system”, per lo sviluppo di un nuovo carro armato da combattimento. Al tempo stesso, la Difesa è impegnata a individuare ulteriori possibili soluzioni qualora il progetto del consorzio in questione non soddisfi le aspettative nazionali” – ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi intervenendo oggi in Commissione Difesa nel corso del ‘Question Time’, rispondendo alle senatrici Isabella Rauti (FdI) e Giovanna Petrenga (FdI) in merito alle azioni intraprese dalla Difesa per tutelare la posizione dell’industria nazionale di settore.

“Al riguardo sono in valutazione opzioni alternative in stretta sinergia con il comparto industriale; in particolare, si sta procedendo nella ricerca di possibili partner strategici allo scopo di proporre, in maniera coerente, una progettualità volta allo sviluppo in cooperazione di un carro europeo. Ciò nell’ottica di non “perdere terreno” rispetto all’iniziativa franco-tedesca qualora essa non venga aperta ad eventuali ulteriori partner.
Al tempo stesso, al fine di poter continuare a disporre di assetti prontamente impiegabili, l’impegno nazionale è focalizzato su un’azione mirata a migliorare le prestazioni del carro “Ariete”, garantendone il mantenimento allo stato dell’arte affinché possa essere aderente alle specifiche capacitive delineate nei requisiti sia Nazionali sia Nato, così da poter fungere da “soluzione ponte” fino al ripianamento con una piattaforma di nuova generazione.

Al riguardo, è già stato assegnato un contratto al CIO – il Consorzio Leonardo/Iveco che lo ha prodotto tra il 1995 e il 2002 – per un ammontare di 35 milioni di Euro per la realizzazione di tre prototipi, funzionali al successivo ammodernamento di mezza vita (Middle Life Update – MLU) di ulteriori 125 carri.
Per completezza di informazione, evidenzio che l’ipotesi di far rientrare l’MLU del carro “Ariete” nell’ambito dei progetti della “Cooperazione Strutturata Permanente” (PESCO), prospettata dalla Senatrice Rauti, non è percorribile in virtù del fatto che il regolamento della Cooperazione prevede che, per essere eleggibile, un progetto debba avere almeno due partecipanti, mentre l’assetto in parola è in dotazione alle sole Forze Armate italiane” – ha concluso Calvisi.

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