di Carmelo Abisso
I giornalisti Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa e Fulvia Sisti della Rai Tgr Emilia Romagna hanno intervistato Andrea Angeli, peacekeeper, scrittore, da 25 anni portavoce di organizzazioni internazionali nel mondo. L’incontro, organizzato dall’associazione Cenacolo bolognese di cultura e società, ha avuto luogo il 7 marzo scorso, presso il circolo ufficiali dell’Esercito a Bologna.
Dopo l’introduzione di Dianella Matteucci, presidente dell’associazione, Gianandrea Gaiani ha “rotto il ghiaccio” chiedendo come è cambiato il lavoro del portavoce Onu in questi anni. Angeli ha diviso il periodo in due decenni. Il primo, quello delle missioni “romantiche”, cui fa riferimento il libro Professione peacekeeper, opera prima dell’autore, che ha ricordato la frase del capo villaggio al suo arrivo in Namibia “…ti stavamo aspettando da trentanni! ”. Il secondo, delle missioni “impossibili”, descritte nel secondo libro Senza pace, da Nassiriyah a Kabul storie in prima linea, periodo del disincanto, delle grandi aspettative poi ridimensionate.
Dai primi di febbraio Angeli è a Roma, alla Farnesina, nello staff del sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura. Ma la vita tranquilla è durata due settimane, poi è scoppiato il caso dei due fucilieri di Marina in India.
Dopo aver ricordato la campagna a sostegno dei marò, con il nastro giallo esposto per prima da Analisi Difesa, la rivista che dirige, secondo Gaiani è stato commesso l’errore di aver lasciato agli indiani l’iniziativa mediatica. “All’inizio della crisi i media indiani hanno inondato i giornali e noi abbiamo risposto con…il massimo riserbo – ha detto Gaiani – De Mistura, in questi giorni, sta dimostrando il suo valore, si è speso molto. Un viceministro che si mette a discutere con il direttore del carcere va molto apprezzato”.
Altro tema, il rapporto tra le organizzazioni internazionali e le missioni militari. “L’ Onu in Libano ha funzionato, tutti sotto il basco blu. La scelta dei comandanti è fondamentale, una volta che hai la persona giusta, la missione è fatta – ha detto Angeli – Il generale Graziano in Libano è stato un successo”.
Ma che ruolo ha il peacekeeper come portavoce? Sei il portavoce delle “missioni impossibili”, sostiene Angeli, devi sempre “pedalare in salita”, cerchi anche di ampliare il campo di azione, dall’elenco telefonico al….meccanico, devi avere un po’ di apertura mentale. Rapporti stretti con militari e giornalisti. Ma con Bob Woodward, il giornalista del Washington Post che svelò lo scandalo Watergate, Andrea Angeli si è arrabbiato.
Woodward nel suo libro Obama’s Wars cita a sproposito i soldati italiani in Afghanistan, commentando le casse di aragoste che nel 2009, secondo lui, volavano da Roma a Herat e the amazing lobster risotto che era servito alle truppe tricolori. Angeli replica su Senza Pace che le aragoste le ha mangiate regolarmente alla mensa americana di Tuzla, in Bosnia, mentre presso la mensa di Camp Arena a Herat, nel periodo a cui si riferisce Woodward, c’era un tale afflusso di truppe che il piatto più frequente erano i cordon bleu, medaglioni ripieni surgelati!
Erano presenti in sala oltre ai soci del Cenacolo diversi ufficiali in servizio e in congedo tra i quali il generale Girolamo Giglio, già comandante della brigata “Friuli” nelle operazioni in Albania e Bosnia. La serata si è conclusa con il saluto del comandante militare Esercito “Emilia Romagna”, generale di divisione Antonio De Vita.