Il contingente italiano che opera all’interno della missione di interposizione ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) ha intensificato i pattugliamenti nell’area vicino a Tiro. Lo riferisce l’agenzia di stampa libanese “Nna” nella versione in francese e inglese. Questa mattina la stampa libanese ha riferito dell’incremento dei pattugliamenti dell’esercito libanese e dell’Unifil a ridosso della linea di demarcazione con Israele. Le notizie si inseriscono nel quadro di una situazione di tensione dopo che lo scorso 25 agosto due droni, presumibilmente lanciati dallo Stato ebraico, sono caduti a sud di Beirut, roccaforte del movimento sciita Hezbollah. Ieri, 28 agosto, la “Nna” ha riferito che l’esercito libanese ha aperto il fuoco contro un drone israeliano a Adaysit, nel sud del Libano, vicino alla linea di demarcazione con lo Stato ebraico, per aver violato lo spazio aereo del paese dei cedri. Adaysit si trova circa 300 metri a nord della blue line. Dopo l’azione dell’esercito libanese, il drone avrebbe lasciato lo spazio aereo del Libano. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno commentato: “Sono stati uditi colpi di armi da fuoco dal territorio libanese verso l’area dove i droni delle Idf stavano operando. I droni hanno completato la loro missione e non si registrano danni”. Nonostante il susseguirsi di atti ostili e i toni minacciosi da parte di entrambi i governi e da parte del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, Unifil fa sapere che sta lavorando per mantenere la calma nella parte meridionale del Libano, a ridosso della linea di demarcazione con Israele. Lo scrive su Twitter il comandante di Unifil, generale Stefano Del Col, dopo l’incontro con il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri. “Abbiamo avuto uno scambio di idee sulla situazione nell’area di responsabilita’ di Unifil, dell’attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza 1701 e degli ultimi sviluppi”, scrive Del Col. L’attuale contributo nazionale all’interno di Unifil prevede un impiego massimo di 1.076 militari, 278 mezzi terrestri e sei mezzi aerei. Lo scorso 27 agosto, l’Alto consiglio per la difesa del Libano ha dichiarato che i libanesi hanno il “diritto a difendersi con qualsiasi mezzo” e “l’unita’ nazionale rimane l’arma migliore” per farlo. Da parte sua, il presidente libanese Michel Aoun ha dichiarato che i recenti attacchi israeliani nella periferia meridionale di Beirut e contro un gruppo palestinese filo-siriano nella valle della Bekaa “rappresentano una dichiarazione di guerra”. Parlando con l’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Jan Kubis, il presidente libanese ha fatto riferimento ai due droni precipitati poco prima dell’alba del 25 agosto nella zona meridionale di Beirut, nota roccaforte di Hezbollah, e al raid condotto su una base appartenente al gruppo palestinese Fronte popolare per la liberazione della Palestina (alleato di Hezbollah). “Quello che e’ successo e’ una dichiarazione di guerra che ci consente di usare il nostro diritto di difendere la nostra sovranita’, la nostra indipendenza e la nostra integrita’ territoriale”, ha detto il capo dello Stato libanese. “Gli attacchi ai sobborghi meridionali e alla regione di Qousaya violano la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite”, ha affermato Aoun. Nei giorni scorsi, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha suggerito al leader del movimento sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, a “calmarsi” dopo aver promesso di “abbattere qualsiasi drone israeliano” che entrera’ nuovamente nello spazio aereo del paese dei cedri. “Ho sentito cosa ha detto Nasrallah – ha affermato -. Suggerisco a Nasrallah di calmarsi. Sa bene che Israele sa come difendersi e rispondere ai suoi nemici”. Netanyahu si e’ rivolto anche alla leadership libanese e a Qassem Suleimani, il comandante della forza Quds dei Guardiani della rivoluzione iraniana (pasdaran). “Al Libano e a Qassem Suleimani dico: fate attenzione a cio’ che dite e siate ancora piu’ attenti alle vostre azioni”, ha detto. Il Libano e lo Stato di Israele sono ancora tecnicamente in uno stato di guerra e Beirut accusa regolarmente lo stato ebraico di violare il suo spazio aereo con il sorvolo di aerei o droni. Considerato da Israele e dagli Stati Uniti come un’organizzazione terroristica, Hezbollah e’ un importante attore politico in Libano, dove e’ rappresentato nel governo e nel parlamento. L’ultimo grande scontro tra Hezbollah e Israele risale al 2006 (Seconda guerra del Libano), quando lo Stato ebraicocondusse contro Hezbollah una guerra durata 33 giorni dopo il rapimento di due militari israeliani. Il conflitto ha provocato 1.200 1.200 morti dalla parte libanese e 160 dalla parte israeliana.

Fonte: Nova
Foto: Difesa

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