di Fabiana Magrì

«Dipartimento Costruzioni»: con questo nome Hamas ha creato un’unità che opera all’estero, soprattutto in Libano e Turchia, al fine di acquistare e sviluppare armi tecnologicamente avanzate per colpire Israele da più fronti in caso di nuovo conflitto. A svelare l’esistenza di questa unità segreta è stato un «pentito» di Hamas: la creazione risale al 2014, dipende dal comando militare di Hamas a Gaza, e i suoi scopi non vengono rivelati ai Paesi dove opera al fine di godere di maggiore libertà di azione.
In Libano, alle scuole di Hamas, centinaia di giovani palestinesi dai campi profughi si addestrano al combattimento e imparano tanto a maneggiare quanto a produrre armi di ogni tipo, da quelle leggere ai razzi. È un network avviato in sordina mentre le autorità libanesi voltavano lo sguardo altrove, proprio a casa loro, ma svincolato da Beirut così come da Hezbollah. Questa unità militare segreta dell’organizzazione fondamentalista sunnita ha raggiunto proporzioni significative.

Il prossimo conflitto
Hamas recluta le nuove leve col passaparola e le addestra in campi equipaggiati, a due passi dalle zone abitate. Dove, oltretutto, continua a installare impianti di produzione di missili e depositi di armi, talvolta con la collaborazione di civili libanesi affiliati al movimento militante islamista egiziano Al-Gama Al-Islamiya. Che Hezbollah sia più o meno favorevole, poco importa. Poco importa perfino che il nuovo fronte contro Israele possa andare contro gli interessi della stessa organizzazione sciita di Hassan Nasrallah. Negli anni recenti Hamas si è attrezzata efficacemente per manovrare da remoto il prossimo conflitto a Gaza e dal 2014 ha messo radici in vari Paesi, dove la libertà di manovra è più ampia, specialmente se si tratta di contrabbandare armi ed entrare in contatto con esperti del settore scientifico e tecnologico militare che forniscono consulenza sulle soluzioni più all’avanguardia in termini di missili, razzi, droni, imbarcazioni subacquee senza equipaggio e quant’altro. Oltre che in Libano, le brigate «Ezzedin al Qassam» gestiscono unità in Siria, ma da quando Hamas ha assicurato il sostegno alle forze di opposizione al regime di Assad, all’inizio della guerra civile, è in Turchia che risiede il quartier generale all’estero del «Dipartimento Costruzioni». Se in alcuni Paesi – tra cui Europa, Stati Uniti e Israele – è stata dichiarata un’organizzazione terroristica, in altri, come la Turchia, Hamas gode di sostegno ufficiale, soprattutto dopo che Ankara si è stretta ancor più intorno alla causa palestinese in seguito al riconoscimento Usa di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico e della sovranità israeliana sulle Alture del Golan.

Nuovi gruppi jihadisti
Da Istanbul, la catena di comando è sempre in cerca di nuovi strategici legami con altri gruppi jihadisti e nuove località, da cui diramare le attività. Senza tuttavia tirare troppo la corda, Hamas sfrutta in via ufficiosa l’amicizia turca per il radicamento dei suoi alti dirigenti e per perseguire attività terroristiche, accuratamente sotto il radar delle autorità del Paese ospite. Ma a rivelare quanto sta avvenendo è stato il «pentito» Suheib Yousef, figlio di uno dei leader incontrastati di Hamas, lo sceicco Hassan Yousef, perché ha descritto il modus operandi dell’unità islamica in Turchia e ne ha denunciato la corruzione, niente meno che al Canale 12 israeliano. Inviato di Hamas in Turchia, Suheib Yousef ha spiegato che l’autorità che governa de facto nella Striscia di Gaza compie operazioni di sicurezza e militari sul suolo turco sotto la copertura della società civile, che ha avanzati sistemi di ascolto e raffinate attrezzature e che vende informazioni all’Iran in cambio di assistenza finanziaria e soldi che arrivano da banche turche. Il fine dichiarato è porre le basi di un nuovo conflitto con Israele, creando capacità tali da poterla attaccare contemporaneamente da più fronti e non solo dalla Striscia di Gaza.

Fonte: La Stampa

 

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