di Carmelo Abisso
Il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Giuseppe Valotto, ha presentato il 20 ottobre a Roma il calendario Esercito 2012.
Nella biblioteca militare dello stato maggiore, alla presenza del ministro della Difesa Ignazio La Russa e del capo di stato maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, sono intervenuti, moderati dalla giornalista Letizia Leviti, il direttore dell’area sicurezza e difesa dell’Istituto affari internazionali, professor Michele Nones e l’astronauta della European space agency (Esa) e ufficiale della riserva dell’Esercito, ingegner Paolo Nespoli.
Il nuovo calendario, dal titolo “Esercito 2.0”, richiama il linguaggio del web e l’attuale società che i progressi comunicativi hanno reso profondamente multimediale. Nell’opera viene dato largo spazio alle applicazioni tecnologiche, ponendo fortemente l’accento sul cuore digitale che le anima.
Partendo dalle ultime innovazioni sviluppate, pian piano si scopre l’orientamento futuro della Forza armata attraverso una panoramica di quanto è al momento in sperimentazione e di ciò che è oggetto di ricerca e studio per il futuro.
“L’ Esercito e’ un’altra eccellenza italiana – insieme ad arte, moda e design – per la capacita’ di utilizzare la tecnologia e gli equipaggiamenti, di comunicare e di svolgere il proprio compito con volonta’”, queste le parole del ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Dopo aver ricordato che “anche l’Esercito di leva ha offerto esempi di sacrificio e dedizione”, il ministro della Difesa ha sottolineato come al centro dei sistemi tecnologici rimanga sempre “il soldato”, che “grazie alla disciplina militare” porta alla “massima efficienza” i dispositivi tecnologici. Per La Russa, oltre che con “senso del dovere”, e’ necessario che i militari sappiano di “operare per una causa giusta”.
Nel suo discorso, il generale Valotto ha sottolineato che: “Le spinte evolutive promanano dall`interno della nostra istituzione, perché l`Esercito è con oltre 10.500 uomini e donne, impegnato in operazioni in patria e all`estero, perché l`Esercito ha pagato un pesantissimo contributo di sangue versato in ossequio al giuramento prestato, perché l`Esercito è una realtà che si trasforma operando”.
“Oggi come ieri – ha spiegato il generale Valotto – il nostro imperativo morale rimane quello di investire sull”uomo’”. Non solo “in termini di sviluppo professionale e umano” ma “soprattutto dobbiamo mettere a loro disposizione i migliori strumenti per operare”. Questo, ha osservato ancora Valotto, “senza il ricorso alla tecnologia non sarebbe assolutamente piu’ possibile”.
Per permettere questa evoluzione, l’Esercito ha instaurato un rapporto con l’industria nazionale “non piu’ basato sul rapporto committente-fornitore ma piuttosto sull’interscambio di idee e nel travaso costante di informazioni e dati” che “va ben oltre il rapporto utilitaristico e i fini di lucro”.
Per il futuro, quindi, grazie anche alle innovazioni, le Forze armate, ha concluso da parte sua il ministro della Difesa, “devono stare pronte a ogni evenienza”, come dimostrato dalla missione in Libia.
Le sfide più impellenti che ci aspettano sono quelle di portare a compimento le missioni in corso.