Il generale di corpo d’armata Carmine Masiello, Capo di Stato maggiore dell’Esercito, in audizione ieri in commissione Difesa si è espresso in merito alle dotazioni organiche e ai volumi complessivi della forza armata italiana, considerando le nuove sfide per la sicurezza nazionale. “Con l’approvazione della legge 119 del 22 e del decreto legislativo 185 del 2023 è stato invertito il trend di riduzione delle dotazioni organiche della difesa prevedendo un incremento di 3700 unità per l’esercito e fissando i volumi complessivi della forza armata a 93.100 unità” (da conseguire entro il 2033) – poi sottolinea – “Questi volumi risultano comunque inadeguati alle esigenze di carattere operativo e non assicurano alla forza armata la massa necessaria ad affrontare un eventuale conflitto ad alta intensità che richiede la capacità di alimentare e rigenerare le forze impiegate in combattimento”.
L’incremento delle risorse
“Le limitazioni dell’attuale modello appaiono evidenti se analizziamo le richieste avanzate dall’alleanza atlantica nell’ambito degli obiettivi capacitivi 2025 e diventa ancora più significativo se confrontate con la necessità di assicurare ulteriori forze dell’esecuzione del piano militare di difesa nazionale”, ha spiegato Masiello. Secondo lui, infatti, è necessario un incremento delle dotazioni organiche di circa 40-45mila unità in più rispetto alle previsioni normative vigenti. Inoltre, “Occorre ristrutturare con estrema urgenza il comparto delle forze di completamento evolvendo verso la costituzione di un bacino di forze di riserva prontamente impiegabili, in grado di espandere all’occorrenza il modello vigente, alimentare e rigenerare le forze e concorrere alle esigenze derivanti dalle operazioni sul territorio nazionale o di sostegno alla popolazione”.
La questione sicurezza
L’attuale scenario globale – colpito dai vari conflitti in corso – porta inevitabilmente a rivalutare le misure da adottare per assicurare la sicurezza ai cittadini italiani (e non solo). Masiello, a tal proposito, spiega: “La complessità dell’attuale scenario internazionale impone di riflettere sulle nuove esigenze di Difesa e Sicurezza del Paese e di investire in prontezza, efficienza e capacità di deterrenza delle nostre Forze Armate. L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, il conflitto in Medioriente, la recente crisi in Siria, l’instabilità dei vicini Balcani e del continente africano, sono avvenimenti che influenzano – direttamente e non – gli interessi dell’Italia e la sicurezza dei cittadini”.
Investire nelle nuove generazioni
Il perseguimento di tale obiettivo, afferma il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, “Richiede un investimento concreto sulle nuove generazioni, che sono il futuro dell’Istituzione, e sulla loro formazione. I giovani sono capaci di intercettare le evoluzioni rapidissime della nostra società e possono essere il motore del cambiamento per far crescere l’Esercito”.
L’Operazione Strade Sicure
Carmine Masiello ha infine ricordato che l’Operazione Strade Sicure – un intervento di sostegno alla pubblica sicurezza avviata in Italia nel 2008 e successivamente prorogata più volte nel corso degli anni – vede oggi l’impiego di un contingente dell’esercito di 6635 soldati. “Necessitiamo ora di risorse, spazi e opportunità addestrative per ricostituire le nostre fondamentali capacità di combattimento, per poter operare efficacemente anche in conflitti ad alta intensità qualora il Paese lo richieda, per l’affermazione dei valori di pace e libertà, ed essere preparati a difendere la patria e i cittadini italiani sperando che non serva mai”, ha concluso il generale.