13 giugno 2013. Un pezzo di storia dimenticato e quasi sconosciuto, ritorna dopo settant’anni esatti nelle mani della brigata Friuli, la prima formazione militare a liberare Bologna nel 1945 e da pochi giorni rientrata dalla missione di pace in Libano.
La bandiera italiana che nel 1943 sventolava sulla fortezza di Bastia è ora custodita nella caserma Mameli in viale Vicini. Una bandiera di guerra con lo stemma dei Savoia di cui si erano perdute le tracce. La bandiera della divisione Friuli che combatteva in Corsica era stata ammainata dall’esercito francese quando subentrò a Bastia alle forze italiane sull’isola che, dopo l’8 settembre, avevano deciso di rivolgere le armi contro gli ex alleati nazisti. La divisione Friuli come la divisione Acqui a Cefalonia, ma con sorti diverse. Mentre a Cefalonia la Acqui è stata sterminata dopo l’armistizio, in Corsica la battaglia è andata diversamente.
La Friuli, al comando del generale Giovanni Magli, con l’aiuto della divisione Cremona e due battaglioni costieri e di reparti francesi nel contempo sbarcati ad Ajaccio, rigettarono in mare i tedeschi, compreso il 90esimo reggimento leggero che faceva parte dell’Afrika Korps di Rommel e un altro reparto tristemente noto ai bolognesi, il 16esimo battaglione SS Reichsfuhrer, quello che poi nel ’44 perpetrò i massacri di Sant’Anna di Stazzema e di Marzabotto.
La bandiera della Friuli è stata ritrovata per caso. E’ stato un finanziere di Varese, Francesco Ponti, che vive in Svizzera e lavora all’estero a vederla su Internet, messa all’asta in uno sperduto paese del Belgio. Ha fatto qualche ricerca, ha preso contatti con il comandante Antonio Bettelli, con lo “storico” dell’associazione reduci Romano Rossi e l’ha comprata per 2000 euro, per poi regalarla alla brigata bolognese in una cerimonia mercoledì scorso.
“Ignoravo quello che è successo in Corsica nel ’43 – ha raccontato commosso davanti ai reparti schierati – ma per noi emigrati la bandiera vale di più per chi vive in Italia. Voi che andate nelle missioni di pace siete lo strumento col quale noi viviamo meglio all’estero”. In Corsica, morirono 160 uomini della Friuli.
Luigi Spezia, 8 giugno 2013
Fonte: la Repubblica Bologna
Foto: Mauro Montaquila