30 maggio 2013. La parata militare del 2 giugno si fara’ perche’ e’ la festa di tutti gli italiani e rappresenta ”un giusto segno di attenzione” verso ”i tanti uomini e donne che ogni giorno servono il Paese”. Altro che ”anacronistica prova muscolare”, spiega oggi Giorgio Napolitano difendendo la scelta di mantenere la tradizionale parata militare (anzi ”rivista”, come preferisce chiamarla il Quirinale) del 2 giugno ai Fori imperiali.
Cio’ non mette minimamente in discussione la necessita’ di dare segnali di ”sobrieta’ e misura” al Paese come dimostra la scelta del presidente della repubblica di cancellare invece il ricevimento che si e’ sempre svolto nei giardini del Quirinale nella serata del 2 giugno.
Cosi’ il capo dello Stato, a quattro giorni dalla parata, ha preso carta e penna e ha risposto ad una serie di osservazioni e richieste che mettevano in dubbio di far svolgere l’evento a causa della gravissima crisi economica che sta investendo il Paese. Richieste tipo quella avanzata da Sel che ha chiesto a Napolitano di seguire ”fino in fondo” il segnale di sobrieta’ lanciato con l’annullamento del ricevimento e il contenimento delle spese attuato all’interno del Quirinale. Meglio annullare la parata e destinare ”le risorse risparmiate alle misure contro la crisi e per il lavoro”.
Ma se Napolitano ha annullato il ricevimento del 2 giugno per ”ragioni di massima attenzione al momento di grave difficolta’ che larghe fasce di popolazione attraversano”, la parata deve rimanere. Il 2 giugno infatti, non e’ solo ”la festa di tutti gli italiani, che in quel giorno ricordano e riaffermano i valori democratici della convivenza civile che trovano espressione nelle varie forme della loro partecipazione alla vita sociale del Paese”. E’ anche l’occasione per veder ”sfilare insieme formazioni armate e rappresentanze della Protezione Civile, del Servizio Civile Nazionale, dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa”.
Quindi, ”lungi dall’essere un’anacronistica esibizione muscolare, e’ un giusto segno di attenzione che l’Italia rende ai quei tanti uomini e donne che ogni giorno servono il Paese per garantire la nostra sicurezza, lo rappresentano con onore nelle missioni internazionali di pace e intervengono, in ogni emergenza, per il soccorso alle popolazioni”.
I risparmi ci sono come dimostra la lettera inviata recentemente al Ministro dell’economia nella quale si formalizza la decisione di non richiedere alcun adeguamento della dotazione a carico del bilancio dello Stato per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016, mantenendola ferma al valore del 2008 (228 milioni di euro), ”nonostante che da allora ad oggi – precisa il Quirinale – sia gia’ maturato un tasso di inflazione, in base all’indice dei prezzi al consumo, pari all’11%”. Ma la parata non si tocca.
Fonte: ANSA