Alla cerimonia, tra gli altri, hanno partecipato il prefetto di Viterbo, Antonella Scolamiero, il sindaco, Giulio Marini il presidente della provincia, Marcello Meroi,. Erano presenti anche i familiari del caporal maggiore scelto Giandomenico Pistonami, del sottotenente Mauro Gigli, del capitano Massimo Ranzani e del caporal maggiore scelto Roberto Marchini, caduti in Afghanistan tra il settembre 2009 e il luglio 2011.
Il capo di stato maggiore dell’Esercito, dopo aver espresso “la più sincera e affettuosa vicinanza alle famiglie dei caduti, che hanno conosciuto il dolore della perdita di un proprio congiunto nell’assolvimento del dovere” ha rivolto un saluto alla città e alle autorità intervenute “che con la loro presenza testimoniano il forte legame tra uno degli istituti d’eccellenza dell’Esercito e la città di Viterbo che lo ospita da oltre quarant’anni”.
Nel corso dell’evento, è intervenuto il tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare per l’operazione Ibis in Somalia, che ha letto il messaggio del Gruppo medaglie d’oro agli allievi marescialli. Della missione in Somalia, di cui quest’anno si celebra il ventennale, il generale Graziano ha ricordato “i nostri 11 soldati e l’ufficiale della Croce Rossa Italiana caduti nell’assolvimento del dovere”.
Il 15° corso “Ardire” è intitolato alla memoria del sottotenente Mauro Gigli, decorato di medaglia d’oro al valor militare, che ha frequentato presso la Scuola sottufficiali dell’Esercito il 60° corso allievi sottufficiali. Sono complessivamente 136, di cui 7 donne, gli allievi marescialli del 15° corso, di questi: 71 sono stati selezionati con un concorso pubblico al quale hanno partecipato oltre 13.000 concorrenti e 65 reclutati mediante concorso interno riservato ai sergenti e ai volontari in servizio permanente della Forza armata.
Al termine del ciclo formativo triennale, gli allievi marescialli conseguiranno la laurea di 1° livello in Scienze organizzative e gestionali presso l’università della Tuscia, mentre gli allievi marescialli qualificati infermieri professionali acquisiranno la laurea di primo livello in Infermieristica presso l’università Roma tre.
La parola maresciallo deriva dall’arabo ed è l’insieme delle due parole marah, cavallo e shalk, custode, “custode del cavallo” che nel mondo arabo è il patrimonio più importante. La figura del maresciallo quale junior leader nel contesto degli attuali scenari d’impiego operativi, è un elemento cardine e irriducibile che l’Esercito impiega principalmente come comandante di plotone, peculiarità unica in ambito Nato.
La Scuola sottufficiali dell’Esercito, al comando da gennaio 2010 del generale di divisione Roberto Ranucci, è il polo responsabile della formazione di base e avanzata dei sottufficiali della Forza armata: i marescialli comandanti di plotone, i marescialli qualificati infermieri e i sergenti. Dal 1965 e fino al 1995, presso la casa madre dei sottufficiali dell’Esercito italiano, si sono succeduti 77 corsi per un totale di circa 35.000 allievi sottufficiali. Nel 1998 l’Istituto ha assunto l’attuale denominazione di Scuola sottufficiali dell’Esercito e, da allora, sono stati formati oltre 3.000 marescialli che al termine del triennio di studi hanno conseguito una laurea di primo livello con la possibilità di transitare nella categoria degli ufficiali del ruolo speciale dell’Esercito.
Redazione