10 marzo 2013. Nell’aula magna dell’Istituto tecnico commerciale “Giuseppe Compagnoni” di Lugo (Ra) si è celebrato ieri il 216° anniversario del Tricolore, organizzato dalla sezione locale dell’Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo) in collaborazione con l’amministrazione comunale e il Lions Club di Lugo.

 

Tra le autorità presenti il prefetto di Ravenna, Bruno Corda, il sindaco di Lugo, Raffaele Cortesi, l’assessore alla pubblica istruzione, Patrizia Randi, il colonnello Piero Giovanni Gnesutta, in rappresentanza del comandante militare Esercito “Emilia Romagna”, il presidente del Lions Club, Andrea Preti e tutte le autorità militari della provincia di Ravenna.

Dopo l’esecuzione dell’inno nazionale e il saluto del dirigente scolastico dell’istituto Milla Lacchini, ha introdotto e moderato la manifestazione il presidente Unuci di Lugo, Renzo Preda che dal 1997, bicentenario del Tricolore, ha ricordato la tradizione che si rinnova ogni anno per celebrare la giornata del Tricolore, ideato e proposto dal lughese Giuseppe Compagnoni. Giornata dedicata e rivolta agli studenti, per rinsaldare il senso di appartenenza e rinnovare l’impegno a mantenere alta la tradizione guardando al futuro.

“Oggi la figura di Compagnoni riemerge coi suoi nitidi connotati di intellettuale appassionatamente implicato nel proprio tempo –  ha detto nel suo intervento l’assessore Randi citando il libro di Marcello Savini – quando si svolsero in Europa fatti sconvolgenti che misero in crisi assetti politici sociali e culturali vigenti da secoli. A Compagnoni va riconosciuto il coraggio etico e intellettuale di compromettersi nella vita attiva, a differenza di molti suoi colleghi ignoranti o pavidi, e di battersi per l’affermazione dei diritti civili e politici in nome di una giustizia sottratta all’arbitrio feudale e clericale”. Parole di grande attualità in questi giorni.

Il prefetto Corda, dopo aver ringraziato gli organizzatori per “tener vivo il fuoco della tradizione”,  è intervenuto evidenziando “ in un momento delicato e complicato per il Paese, il grande senso della solidarietà del nostro territorio. Occorre contrastare con forza il tentativo di pensare che ci sia un paese a diverse velocità. La vera sfida da raccogliere è questa: unità nazionale e senso della solidarietà”.

Ha avuto luogo poi la proiezione di un lavoro multimediale su origini e storia del Tricolore e su Giuseppe Compagnoni, realizzato dagli studenti dell’istituto omonimo, guidati dalla professoressa Maria Luisa Casale, artefice dell’organizzazione della celebrazione. Studenti che hanno realizzato anche il giornale “Il Tricolore d’Italia” e gli “Scritti di Giuseppe Compagnoni” stampati in forma tabloid e offerti in omaggio tutti gli intervenuti.

Arianna Avoni, studentessa della 4^ M Mercurio, ha partecipato al progetto “Il Bel Paese” che così ha descritto: “Il nostro progetto percorre velocemente la storia del Bel Paese. Fu l’abate Antonio Stoppani a inaugurare l’espressione Bel Paese, nel suo ricco volume che alla fine dell’800 raccontava con linguaggio piacevole e divulgativo le bellezze naturali italiane. Per Goethe, l’uomo del Nord che fuggiva il settentrione, il paesaggio italiano era il luogo ideale per mettere in pratica la legge dell’isomorfismo: se ciò che è dentro è anche fuori, visitare il Paese del sole era il modo migliore per conoscere la parte migliore di se stessi. Così inglesi e tedeschi in cerca di una patria elettiva, oltrepassavano le Alpi in autunno per soggiornare sui laghi o a Venezia, d’inverno si spostavano sulle riviere o a Roma e in primavera raggiungevano Firenze o si spingevano fino a Napoli e talvolta fino in Sicilia, per poi ritornare al Nord all’arrivo dei primi caldi. Ancora oggi il nostro è uno dei Paesi più visitati, sia dagli italiani sia dagli stranieri e come simbolo ha il Tricolore che sventola sulle nostre festività, sui tetti delle nostre case una volta completate, in terre remote durante le missioni pace e di solidarietà. Il Tricolore è il filo che unisce gli eventi ideologici, politici e culturali della storia dell’Italia, simbolo da sempre dell’idea di Patria e di Unità, simbolo di appartenenza alla Nazione e di identità con quei valori che porta con sé e che sempre ci trasmette”.

Nell’intervento conclusivo, il sindaco Cortesi ha letto come “segno di vitalità vedere uniti la scuola, le istituzioni e la comunità”. Ha posto poi una riflessione: cosa vogliamo diventare? “Occorre fare uno sforzo per conservare il valore dell’unità nazionale all’interno dell’Europa. Unità nazionale il cui significato condiviso si deve a Ciampi e Napolitano. E’ la lezione che noi dobbiamo portare avanti, vale per il nostro futuro. Ribadire le nostre radici, che hanno bisogno di un terreno che va sempre dissodato, perché non inaridiscano”.

Carmelo Abisso

 

 

 

 

 

 

 

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