Erevan si allontana dall’alleato russo, inutile e dannoso. Il cambiamento è storico
Le alleanze hanno un limite, un confine. Sono fatte di ideali comuni e molto spesso soprattutto di convenienza. L’Armenia, storicamente alleata della Russia, ha capito che non soltanto l’alleanza è scomoda e sconveniente, ma che ha superato ogni confine e limite di tollerabilità. Così l’Armenia ha compiuto un passo storico e anche coraggioso: si è messa in cerca di nuovi alleati, proprio di quelli che rappresentano il contrario esatto di Mosca.
Il premier armeno Nikol Pashinyan ha deciso di ritirare l’ambasciatore armeno presso la Csto, l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, l’alleanza militare che lega alcune nazioni che facevano parte dell’Unione sovietica alla Russia e che avrebbe uno scopo difensivo, ma è intervenuta soltanto una volta a scopo invece offensivo: per sedare le manifestazioni in Kazakistan.
L’Armenia, che invece ne ha invocato l’intervento durante gli scontri con l’Azerbaigian, non ha mai ricevuto una risposta. Oggi si temono nuovi scontri e la tensione è molto alta. Pashinyan ha detto che le esercitazioni militari congiunte della Csto non è opportuno che si tengano in Armenia e ha annunciato invece che parteciperà a quelle con gli Stati Uniti. E’ una novità, una rottura, Erevan ha scelto una nuova alleanza, quella che il Cremlino detesta.
E siccome il contorno del nuovo mondo passa per ciò che accade in Ucraina, Pashinyan ha annunciato anche l’invio di aiuti umanitari a Kyiv e sua moglie, che ha combattuto nel Nagorno Karabakh, è andata nella capitale ucraina per partecipare al vertice coordinato dalla first lady ucraina Olena Zelenska e ha consegnato gli aiuti personalmente.
Per Mosca è un cambiamento grande, per l’Armenia è enorme, ha scelto di sradicare un’alleanza antica e inutile, perché ha visto che le vere alleanze funzionano in modo diverso, che tra alleati ci si sostiene. Ha cambiato campo, e senza l’Armenia, le ambizioni di Putin si riducono sempre di più.
Fonte: Il Foglio