di Marco Bettazzi

Quanto durerà questa guerra? “Sono sicuro che durerà del tempo”, dice Ezio Mauro, ex direttore di Repubblica, sintetizzando il pensiero che è anche di Lucio Caracciolo, direttore di Limes, e di Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali. I tre s’incrociano sul palco di Piazza Maggiore nella serata di Repubblica delle Idee e provano, con il sostegno di Fabio Tonacci, inviato per Repubblica in Ucraina, a leggere la situazione attuale della guerra. Il primo avvertimento arriva da Ezio Mauro: “Dire che Putin è un pazzo è una semplificazione, perché è evidente che c’è un disegno che bisogna capire e valutare. Evidentemente ha fatto un calcolo di convenienza in questa rottura, uscendo dal flusso della storia europea”.

Quello che Putin non accetta, e l’ha detto nella sua celebre intervista al Financial Times, è che la democrazia costruita sul modello occidentale “sia l’unica religione civile superstite. Putin ritiene invece – continua Mauro – che ci sia un universale rappresentato dall’anima russa basata sull’ortodossia e sul potere autocratico”. Certo Putin ha commesso un “errore clamoroso”, sottolinea Caracciolo, “quello di pensare di risolvere la situazione ucraina mettendo un suo uomo con un colpo di Stato rafforzato, mentre questa sta diventando una guerra totale. Con l’Ucraina avremo a che fare per decenni, anche l’oligarchia russa sa bene che Putin ormai è bruciato e immagino che voglia arrivare nel 2024 con un uomo che sia spendibile in un negoziato”. Tocci è meno ottimista, perché “il processo potrebbe durare anni e andare anche oltre Putin. Siamo in un assetto totalmente diverso: la costruzione di un ordine che va costruito contro la Russia non perché noi vogliamo essere contro la Russia ma perché è la Russia ad essere contro di noi”.

Mauro mette in guardia sulla natura di questa guerra, che non è solo contro l’Ucraina ma anche contro l’Occidente. “Noi non siamo di fronte a un attacco frontale della democrazia come negli anni Venti del secolo scorso, ma siamo a una teorizzazione di leader che vogliono mantenere in superficie la democrazia, come se fosse una conchiglia pulita fuori ma con dentro un organismo che sta morendo, è quello che ci propongono adesso, nella guerra i fronti sono due: con Kiev e con l’Occidente, noi siamo coinvolti e non mi pare che ne siamo consapevoli”. Caracciolo sottolinea anche il ruolo ambiguo della Cina. “La Cina vuole approfittare della crisi della Russia per prendere i bocconi più prelibati, per esempio ha preso il porto di Vladivostok, principale porto russo sull’Oceano Pacifico, fondamentale nella costruzione della rotta artica, che se dovesse realizzarsi ridurrebbe il Mediterraneo in un lago interno. Poi sta penetrando in Asia centrale e approfittando anche difficoltà degli Usa per giocare partite improbabili, come entrare in Medio Oriente. In questo contesto però, sottolinea Nathalie Tocci, l’Europa ha saputo giocare un ruolo.

“Un anno fa si ipotizzava la spaccatura dell’Europa: non è successo, pacchetti di sanzioni dopo pacchetti di sanzioni. Politicamente l’Europa rimane unita, e anche economicamente. L’Europa ha fatto tanto in campo energetico, è riuscita a fare una serie di cose: il coordinamento degli stoccaggi, la diversificazione e l’accelerazione della transizione energetica”. Questo è vero, continua Mauro, ma “noi siamo importanti per aiuti e sanzioni – continua – ma siamo assenti da qualsiasi ipotesi di soluzione della crisi, non siamo nemmeno considerati degli attori in questo scenario, questo è il limite dell’Europa di oggi”. C’è però un elemento che potrebbe avere un peso, sempre secondo Ezio Mauro: “Il numero dei morti – spiega – Ci sarà un punto in cui si passerà dalla dimensione individuale del lutto alla dimensione collettiva di riflessione politica del lutto e sul significato complessivo di tutte queste morti per la Russia”.

Fonte: la Repubblica

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