“Lampo 23″ è l’attività della Difesa appena conclusasi in Sardegna, nella località di Capo San Lorenzo, che ha visto impegnato l’Italian joint force headquarters (Jfhq), comando ad alta prontezza operativa a disposizione del Covi, in una simulazione di evacuazione di connazionali da un’area di crisi. La Lampo 23 è una esercitazione collegata alla Joint Stars 2023 – avviata lo scorso 8 maggio – pianificata e diretta dal Comando operativo di vertice interforze (Covi).
La Non-combatant evacuation operation (Neo) svolta a ridosso della costa sarda è stata concepita per incrementare la capacità di pianificare e condurre, in tempi ristretti, un’operazione di recupero di connazionali che versano in stato di pericolo in territorio straniero.
Lo svolgimento dell’esercitazione
Un’aliquota di personale è stata imbarcata a bordo della nave anfibia “San Giusto” della Marina Militare, impiegata come “base operativa avanzata”. Mezzi da sbarco con a bordo militari del reggimento lagunari “Serenissima” dell’Esercito e della Brigata Marina “San Marco”, hanno quindi raggiunto la costa.
A terra hanno recuperato i connazionali e li hanno condotti dal punto di evacuazione a bordo dell’unità navale, per essere sottoposti ai controlli e allo screening sanitario. Nave “San Giusto” ha poi fatto rotta verso il porto di Cagliari dove i connazionali sono stati imbarcati su un C-130 dell’Aeronautica militare con destinazione Roma.
“Non sfuggirà come questo tipo di esercitazioni – ha indicato il generale di brigata Giuseppe Faraglia, comandante dell’Jfhq – siano importanti in virtù di quanto è stato realmente portato a termine recentemente per l’evacuazione del personale civile dal Sudan.”
La Lampo 23, all’interno dello scenario della Joint Stars 23, è stata l’occasione per addestrare congiuntamente personale del Covi, dell’Esercito, della Marina militare e dell’Aeronautica militare, condividendo risorse, massimizzando interoperabilità e sinergie tra gli assetti della Difesa, affinando le capacità d’intervento delle Forze armate con un’impronta sempre più marcatamente interforze.
L’Italian joint force headquarters
L’Italian joint force headquarters (Ita-jfhq) è un comando interforze ad alta prontezza operativa, rapidamente schierabile, in grado di immettersi con breve preavviso nelle aree di crisi in tutto il mondo e di assumere le funzioni di comando e controllo degli assetti terrestri, marittimi e aerei resi disponibili per l’assolvimento di una missione.
È dotato di personale altamente specializzato e contraddistinto da una struttura organizzativa flessibile e snella. È stato costituito nel febbraio del 2007 al fine di concretizzare gli obiettivi stabiliti dal Concetto Strategico della Difesa. La sua istituzione, in linea con le iniziative intraprese dai Paesi leader della Nato e dell’Unione Europea dotati di organizzazioni simili, ha contribuito a collocare l’Italia in una posizione di primo piano nell’ambito dello scenario internazionale.
Il Jfhq è stato recentemente impiegato in Sudan, nell’ambito dell’operazione di evacuazione degli italiani dal Karthoum avviata e conclusa con successo lo scorso 24 aprile. In precedenza, è stato altresì impiegato in occasione della crisi in Georgia nel 2008, del sisma che ha colpito l’Abruzzo nel 2009, delle emergenze di Haiti nel 2010, della Costa d’Avorio e della Libia nel 2011 e nelle Filippine nel 2013. Ha inoltre effettuato attività di evacuazione di connazionali dal Sud Sudan (2013), Libia (2014 e 2015) e Nepal (2015); ha preso parte alla fase iniziale della missione “Prima Parthica” in Iraq (2014/15), ha aperto la missione “Ippocrate” in Libia (2016), la missione bilaterale di supporto in Niger (2018) ed è stato schierato a Kabul nell’estate 2021 per la fase condotta dell’operazione “Aquila Omnia”.