Sarà inaugurata giovedì 20 aprile presso la “Sala dei Pilastri” del Castello Sforzesco di Milano alla presenza delle massime autorità militari territoriali, comandante interregionale dei Carabinieri “Pastrengo”, generale di corpo d’armata Gino Micale, comandante della 1^ Regione aerea, generale di squadra aerea Francesco Vestito, del procuratore generale militare presso la Corte militare di appello Marco De Paolis e dell’ assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, la mostra itinerante sulle stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione 1943 – 1945 dal titolo “Nonostante il lungo tempo trascorso…le stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione 1943 – 1945”
La mostra, che resterà aperta fino al prossimo 25 giugno, è organizzata dallo Stato Maggiore della Difesa e dalla Procura generale militare presso la Corte militare di appello sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Dopo Roma, La Spezia, Firenze, Palermo e Napoli, la mostra approda nella città di Milano dove, attraverso fotografie, documenti, narrazioni orali, schede storiche e videofilmati si propone di illustrare e far conoscere una pagina importante della storia nazionale ovvero quella dei crimini nazifascisti commessi in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani, nell’imminenza e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
La mostra è suddivisa in quattro sezioni: la prima sezione è dedicata ai crimini di guerra sui militari. Attraverso pannelli grafici, fotografie, videofilmati e postazioni interattive, sono trattati i crimini di guerra commessi in Italia e all’estero sui militari italiani dopo l’8 settembre, sui civili italiani all’estero e sui civili stranieri vittime di crimini di guerra commessi da militari italiani.
La seconda sezione è dedicata ai crimini di guerra commessi in Italia sulla popolazione civile, mentre la terza è dedicata ai deportati; anche in queste sezioni è possibile visionare postazioni con mappe interattive dei principali luoghi degli eccidi, di internamento e deportazione, immagini, date ed eventi.
La narrazione espositiva si chiude con una sezione dedicata ai processi celebrati nei tribunali militari italiani contro i crimini di guerra tedeschi dal dopoguerra ad oggi (1949-2013).
Oltre alla fattiva collaborazione del Comune di Milano, particolarmente sensibile ai temi etici insiti nella mostra, l’evento è stato reso possibile anche grazie al contributo di sponsor come Poste Italiane, Stellantis, Intesa Sanpaolo, Iveco Defence Vehicles, Mbda Italia, Alis Service (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile), Grimaldi Lines, Gruppo Ima (Industria Macchine Automatiche) e Fabbrica d’armi “Pietro Beretta”.
La mostra resterà aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 17.30, con ingresso da Piazza Castello 1.
Marco De Paolis attualmente dirige la Procura generale militare presso la Corte militare di appello di Roma. Diede inizio nel 2002 alla grande stagione, conclusasi nel 2013, dei processi legati al rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, che ha permesso di fare giustizia – sebbene a oltre 50 anni di distanza – sulle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio. Ha diretto la Procura militare della Repubblica di La Spezia dal 2002 al 2008, dove ha istruito oltre 450 procedimenti per crimini di guerra durante il secondo conflitto mondiale, e poi quella di Roma dal 2010 al 2018. È stato pubblico ministero in 17 processi, tra cui quelli per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana, Monte Sole-Marzabotto, e per l’eccidio di Cefalonia. È autore di numerosi saggi e pubblicazioni a carattere scientifico sul tema dei crimini di guerra e nel campo del diritto penale militare, tra cui: La difficile giustizia. I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia (1943-2013), Viella 2016 (con P. Pezzino); Sant’Anna di Stazzema. Il processo, la storia, i documenti, Viella 2016 (con P. Pezzino); Cefalonia. Il processo, la storia, i documenti, Viella, 2017 (con I. Insolvibile). In uno dei suoi volumi De Paolis sottolinea come la riscoperta dei fascicoli dopo un lungo periodo di inattività giudiziaria, sancì l’inizio di una nuova stagione processuale durata circa otto anni e rivelatasi poco produttiva: i processi celebrati furono soltanto cinque, mentre assai numerosi furono i decreti di archiviazione emessi per la morte del reo o perché gli autori dei fatti erano stati ritenuti ignoti. Poi nel 2002 avvenne la svolta, favorita da alcuni episodi verificatisi nell’arco di pochi giorni: l’11 aprile l’emittente tedesca ARD mandò in onda un servizio giornalistico che mostrava come molti criminali di guerra nazisti vivessero indisturbati in Germania, il programma suscitò scalpore nell’opinione pubblica tedesca e, naturalmente, in quella italiana che ne venne a conoscenza pochi giorni più tardi; il 17 aprile il presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi accompagnò il presidente della Repubblica Federale di Germania, Johannes Rau, alla visita del Sacrario di Marzabotto in cui la massima autorità tedesca chiese perdono per i crimini compiuti durante il conflitto mondiale; il 20 aprile, infine, il procuratore capo della Procura di Stato di Monaco di Baviera, Manfred Vick, manifestò l’interesse del governo a collaborare con le autorità giudiziarie italiane. Ma se la giustizia si mise in moto fu soprattutto per merito della Procura militare di La Spezia e dell’intraprendenza dello stesso De Paolis che nell’aprile del 2002 vi aveva assunto la carica di procuratore militare. Da quel momento, furono più di ottanta i rinviati a giudizio e più di cinquanta le condanne all’ergastolo inflitte, la maggior parte di queste confermate nei successivi gradi di giudizio.