di Carmelo Abisso

Il Club Atlantico ha organizzato il 17 febbraio presso The Sydney Hotel di Bologna l’incontro dal tema “Dal reportage al romanzo, un inviato di guerra racconta l’Ucraina”. Relatore l’inviato speciale del Corriere della Sera Andrea Nicastro, che ha presentato il suo ultimo libro “L’assedio” Il romanzo di Mariupol per Solferino. Ha introdotto e moderato l’evento il generale Giorgio Battisti, presidente del Club Atlantico di Bologna.

Andrea Nicastro ha raccontato guerre in Kosovo, Cecenia, Afghanistan, Iraq, Ucraina, crisi e colpi di Stato in Russia, Iran, Libano e Turchia, la tratta dei migranti e il traffico d’organi internazionale. Ha pubblicato Nassiriya, bugie tra pace e guerra (Ed. Riuniti 2006) e Gli Altri siamo noi. Perché tradire l’Occidente scatena il Jihad (Rubbettino 2021). Con Francesca Mineo nel 2019 ha portato in teatro Gli Altri. Storie di burqa, amore e rabbia nel secolo del jihad.

“Il 19 febbraio 2022 ero a Mariupol, città contesa sul ponte terrestre tra la Russia e la Crimea – ricorda Nicastro – Cominciava la guerra, rimango o vado via ? Trecentomila abitanti su cinquecentomila sono restati ed io con loro. Città con cinema a 3D, baretti dove si suona il jazz, come si immagina una guerra in un posto normale, europeo? Poi, il primo giorno, i russi hanno colpito le centrali del teleriscaldamento, poi l’elettricità, poi i telefoni. Il cerchio di acciaio si è stretto intorno alla città e dal quarto giorno di assedio hanno cominciato a bombardare i palazzi, la gente stava nelle cantine, non c’erano i rifugi. A meno 10 gradi si esce per fare il fuoco, la zuppa, ma manca l’acqua. Allora perchè il romanzo? Avevo bisogno di descrivere lo stupore della gente davanti a qualcosa che non riusciva a concepire. Qualcosa difenderà la civiltà ? E invece per 84 giorni la gente è stata bombardata, al freddo, senza mangiare, tornata al momento delle caverne. Si muore di paura, di freddo, con le bombe che continuano a cadere. La cosa più importante era sopravvivere e riuscire a scaldarsi. Io sono uscito al quinto giorno di assedio e mi è bastato. Questo sentimento – che porta le vittime dell’assedio a perdere la propria umanità, il rispetto per se stessi, perchè non c’è nessuno che ti tratta da essere umano – ho cercato di descriverlo con i vari personaggi, tratti da storie vere, che nascono dalle mie esperienze e dalle interviste raccolte. Tutto quello che si racconta è vero (tranne una storia a pag.104 che verrà letta). Più che descrivere un fenomeno geopolitico, ho raccontato quello che ha sorpreso tutti, ha sorpreso anche me. Ve lo apettavate che Putin avrebbe bombardato un ospedale di maternità, un teatro che era il rifugio della gente dal primo giorno di assedio. Il romanziere si ferma, rimane stupito dalla cattiveria umana e ricomincia a parlare il giornalista. Perchè l’ha fatto Putin ? L’ha fatto perchè voleva dare l’esempio. Mariupol ha dovuto soffrire all’inizio della guerra, ha dovuto essere martirizzata, umiliata con quell’assedio medievale terribile, che ha ucciso civili, perchè Mariupol era l’equivalente della Berlino occidentale rispetto alla Berlino est durante la guerra fredda. Il confine del Donbass del 2014 era a 30 km. Si sentivano le cannonate, eppure la città era linda, perfetta, avevano aperto un’università internazionale. Mentre Donetsk, un tempo ricca, dal 2014 si svuota, Mariupol invece diventa vetrina dell’Ucraina europea, che guarda a occidente, non guarda più alla Russia. Quando Putin decide di fare l’invasione, attacca Mariupol e la umilia. Vedete cosa succede a chi sta con l’occidente, voi tutti dovete soffrire ed io punisco voi perchè tutta l’Ucraina capisca che non ci si può opporre alla grande madre Russia. E chi si oppone finisce male e soffre per settimane e mesi senza che nessuno intervenga. Avete visto, io posso fare quello che voglio nella mia sfera d’influenza. Due mesi e mezzo di assedio. Poi, però, i riflessi della diplomazia occidentale cominciano a muoversi perchè gli ucraini si sono difesi. L’occidente ha cominciato ad aiutare qualcuno che si aiutava da solo. Il presidente Zelensky si è fidato della sua gente, dei suoi soldati e ha dato coraggio ad un Paese a resistere”.

 

 

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