Alla presenza del sindaco Davide Ranalli, delle autorità militari e civili cittadine, delle associazioni combattentistiche e d’arma, partigiane e di volontariato, delle crocerossine e di una nutrita delegazione dell’Unuci di Lugo, guidata dal presidente Renzo Preda, coordinatore della cerimonia insieme al Comune di Lugo, si è svolta il 7 gennaio presso lo spazio antistante la Rocca Estense, la celebrazione del 226° anniversario della nascita del Tricolore, opera del lughese Giuseppe Compagnoni a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797.

Occorre sottolineare un passaggio particolarmente importante del discorso del sindaco che, insieme al sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, sta elaborando la possibilità di saldare il legame tra le due città prevedendo la presenza di entrambe le autorità nelle prossime ricorrenze.

La bandiera della Repubblica italiana nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso, e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.

Dall’epoca napoleonica, al Risorgimento, all’Unità d’Italia fino ad arrivare alla nascita della Repubblica, i tre colori sono stati un emblema di libertà giunto ai nostri giorni con il riconoscimento ufficiale nel decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 che stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.

Espressione delle speranze e degli eroismi di un popolo diviso che voleva l’Italia unita – nel suo Canto agli Italiani, Mameli scriveva nel 1847 “Raccolgaci un’unica bandiera, una speme” – il Tricolore da simbolo di riscossa è divenuto emblema di libertà conquistata con il sacrificio di molti. Simbolo della nostra identità, rappresenta il sentimento di unità degli italiani.

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