di Daniela Mastromattei
Chissà se Luciana Littizzetto si rende conto di quel che dice durante i suoi show a Che tempo che fa, spalleggiata dal suo amico-conduttore Fabio Fazio che di tanto in tanto fa finta di non condividere le sue battutacce al vetriolo. Ma chi ci crede. Stavolta però le è andata male.
La comica torinese si è beccata una denuncia al tribunale di Milano da parte del tenente dell’esercito (in congedo), Pasquale Trabucco, per le sue insolenti dichiarazioni nella puntata del 9 marzo scorso sul canale Nove. Diceva: «Noi italiani non siamo capaci di fare le guerre, facciamo “cagarissimo” a combattere», parole subito stigmatizzate dal generale di corpo d’armata (ris) Giorgio Battisti, presidente della Commissione Militare del Comitato Atlantico Italiano. E giudicate «diffamatorie e offensive» verso «coloro che hanno perso la vita nella difesa della Patria» dai familiari che si schierano a sostegno delle Forze Armate e contro la Littizzetto con una “Class action dell’associazione Osservatorio vittime del dovere”, presieduta dall’avvocato Ezio Bonanni, al fianco del tenente Pasquale Trabucco.
«Riteniamo sia doveroso– spiega Bonanni – avere senso delle istituzioni di cui le Forze Armate sono un presidio fondamentale, e con esse tutti i nostri uomini in divisa. Le dichiarazioni della Littizzetto non sono condivisibili e ledono anche le stesse istituzioni democratiche, oltre a suonare offensive anche per i nostri uomini vittime nei teatri bellici e nelle stesse missioni di pace». Bonanni aggiunge: «Commenti che sono offensivi anche per i familiari e discendenti di coloro che hanno perso la vita nella difesa della Patria e che hanno subito lesioni o sono vittime del dovere nel rappresentare e tutelare le istituzioni democratiche e ogni singolo cittadino».
Non è stato solo il tenente a rivolgersi alla procura di Milano, anche l’avvocato Francesco Catania ha presentato un esposto per «presunto vilipendio delle Forze Armate». Il legale ha sottolineato in un lungo video di aver agito poiché ritiene «pericolosissimo minare la fiducia nel nostro esercito, deridendolo. Tra l’altro senza avere nessuna competenza in merito, senza avanzare alcuna critica ragionata». E concluso che non si possono mettere in discussione «le istituzioni di uno Stato che hanno garantito la libertà negli ultimi 80 anni, solo per avere qualche milionata di spettatori o perché hai qualche milionata di spettatori». Il tutto in nome della satira.
Fonte: Libero