La notte del 5 settembre 2007 otto caccia israeliani volarono fino a Deir Ezzor, in Siria. Avevano l’ordine di distruggere un reattore nucleare, costruito con l’aiuto dei nordcoreani e di cui l’intelligence di Gerusalemme ignorava l’esistenza. Israele fece un favore al mondo.

Questa settimana Israele ha distrutto depositi di armi chimiche e di altro tipo in Siria, approfittando di un vuoto di potere nel tentativo di tenere le armi lontane dalle mani dei jihadisti sunniti. “Ciò che ci guida è la sicurezza di Israele e dei suoi cittadini”, ha affermato il ministro degli Esteri Gideon Saar. “Pertanto abbiamo attaccato le armi strategiche, le residue capacità di armi chimiche, missili e razzi a lungo raggio”.

Dieci anni fa, dopo che Assad usò le armi chimiche contro i suoi stessi civili, che Barack Obama aveva designato come “linea rossa”, Damasco consegnò le armi chimiche agli ispettori internazionali, ma era ben lontano dalle sue riserve totali. Da allora, gli ispettori erano stati ostacolati da Assad. Speriamo che Israele le abbia distrutte tutte.

Israele si è rivelato la principale fonte di stabilità e sicurezza nella regione più caotica e violenta del mondo. Israele ha colpito il reattore a Deir Ezzor, un’area a lungo nelle mani dello Stato islamico. E se il plutonio fosse finito all’Isis? Nel 1981, Israele bombardò il reattore nucleare di Saddam Hussein a Osirak in Iraq.

Cosa sarebbe successo se Israele non avesse bombardato quel sito e nelle guerre del 1991 e del 2003 Baghdad avesse avuto la bomba atomica? E’ dal 1995 che si parla dell’atomica di Teheran e senza le pressioni politiche, militari e clandestine di Israele, oggi gli iraniani avrebbero l’atomica. Ma invece di ricevere biglietti di ringraziamento, Israele è messo alla gogna per aver “violato la sovranità della Siria”.

Fonte: Il Foglio

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