di Carmelo Abisso
Nell’aula magna del Polo tecnico professionale di Lugo (Ra) ha avuto luogo sabato 13 aprile la manifestazione in occasione del 227° anniversario della nascita della bandiera italiana. Organizzata da Amministrazione comunale e Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia (Unuci), protagonisti oltre 100 studenti delle scuole superiori di Lugo, sono intervenuti alla cerimonia il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, il sindaco di Lugo Davide Ranalli, il dirigente scolastico del I.I.S. Polo tecnico professionale Electra Stamboulis. Tra le autorità presenti il comandante militare regionale dell’Esercito, colonnello Francesco Randacio, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Andrea Lachi, il dirigente del commissariato della Polizia di Stato, vice questore Rosario Gallucci, il tenente colonnello Marco Tumiati del 15° stormo dell’Aeronautica militare di Cervia, il comandante della compagnia Carabinieri, capitano Cosimo Friolo, il comandante della tenenza della Guardia di Finanza, tenente Fabio Castiglia e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma. Ha moderato l’evento, come sempre dal 1997, il presidente dell’Unuci Lugo Renzo Preda.
Dopo gli inni europeo e nazionale e l’ingresso degli studenti con il tricolore, ha introdotto la manifestazione la dirigente Stamboulis: “Momento gioioso, da 28 anni accompagna la memoria di Giuseppe Compagnoni in questa città. Vorrei ringraziare la professoressa Patrizia Runfola che ha organizzato con l’Unuci l’attività complessa, i docenti e i tecnici. Gli studenti portabandiera sono stati selezionati in base al voto di comportamento, aspetto significativo, perché prepariamo, prima di tutto, cittadini”.
“In questi dieci anni si è costruita una sintonia rara – ha detto il sindaco Ranalli, al termine del suo secondo mandato – tra persone che vengono da esperienze diverse, che condividono l’amore per le istituzioni e verso le istituzioni. Come Renzo Preda, Lugo deve essere orgogliosa. Nel 2015 si era appena insediato il presidente Mattarella. Lo invitai a Lugo per la Giornata del Tricolore. Mi inviò una bandiera italiana dal Quirinale che scelsi di donare a Preda per l’Unuci. Oggi parliamo del nostro simbolo, il tricolore, che parte da un lughese, Giuseppe Compagnoni, un innovatore che guardava avanti, oltre il momento storico. Abbiamo incontrato il professor Savini, che di Compagnoni sa tutto, andando a casa sua per una intervista. Identità e riconoscibilità, capacità di guardare all’Europa, una grande responsabilità della quale dobbiamo essere eredi e che stamane stiamo condividendo. Grazie per questi dieci anni meravigliosi!”.
Preda ha ringraziato per il supporto economico all’evento la Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo e Confcommercio Ascom Lugo che hanno consentito, tra l’altro, la realizzazione della brochure con la Costituzione, la storia del Tricolore, la bandiera e l’inno d’Italia donata a tutti gli studenti e agli intervenuti.
“L’uomo nuovo: i tre colori della vita di Giuseppe Compagnoni” è stato il tema dell’intervento della professoressa Stamboulis: “Una vita cosa lascia dietro di sé? Claudio Magris ha detto Scrivere è anche un tentativo di costruire un’arca di Noè per salvare tutto ciò che si ama. Compagnoni viene definito con tre termini: costituzionalista, teologo e giornalista, ha il compito di raccontare la verità e di consegnarcela. Sotto lo Stato Pontificio essere giornalista aveva un costo altissimo, paga il prezzo di vedere i suoi manoscritti confiscati. La sua vita, tre fasi: la prima, lughese, abate, con le Memorie enciclopediche. Poi Venezia, la millenaria repubblica, la storia della tipografia, la libertà di espressione, fino al Trattato di Campoformido. La seconda fase, la Repubblica Cisalpina, programma la bandiera d’Italia, conosce i martiri Giambattista De Rolandis e Luigi Zamboni, che fa cucire la coccarda tricolore dalla mamma. La terza fase, a Milano, quando rimane sconfitto, gli viene tolta la pensione. Ci lascia molti testi poligrafi. L’ignoranza è l’affermazione dello schiavo, la scienza lo libera. Reputerò grande avventura averne dato l’esempio. L’importanza di fare la cosa giusta, il più grande lascito di Compagnoni”.
È seguita la proiezione del lavoro multimediale realizzato a cura degli studenti incentrato sulla figura del padre del Tricolore e il video dell’intervista del sindaco Ranalli al professor Marcello Savini, biografo ufficiale del grande lughese, tra i presenti in aula magna con Alessandro Svegli Compagnoni, suo discendente.
Ha concluso gli interventi il prefetto De Rosa, ricordando il grande lavoro di squadra dei sindaci di 18 comuni della provincia di Ravenna, tra i quali Lugo, in prima fila per le comunità durante l’alluvione del maggio 2023: “Quella coesione sociale che identifica il tricolore, simbolo di libertà e democrazia. Aria fresca si respira in questa scuola, aria pulita. La scuola è una forza generatrice fondamentale nella nostra società. Questo è il tricolore, sintesi della nostra storia e della identità nazionale”.