Alla stele di via Dalla Chiesa testimonianze su Piersanti Mattarella e percorsi di legalità. Il presidente Poggi: “Se resa viva, la conoscenza può renderci liberi”

“Addio amici, addio famiglia. Spero che quello per cui ho combattuto sia servito, che la mia lotta non muoia con me…”. Sono le ultime parole di Piersanti Mattarella, immaginate e interpretate da alcuni studenti oggi, giovedì 21 marzo, in occasione di un’iniziativa per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La commemorazione si è svolta in presenza di oltre cento alunni, provenienti da alcune classi delle scuole medie Carducci e Mattarella, di fronte alla stele nell’area verde di via Carlo Alberto Dalla Chiesa che omaggia, appunto, donne e uomini uccisi dalla criminalità organizzata.

All’evento, organizzato dal Quartiere 3, erano presenti il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi (nella foto), il vicepresidente del Quartiere 3 Nino Remigio e alcuni volontari modenesi di Libera, associazione che dal 1995 sensibilizza la società civile nella lotta alla criminalità organizzata.

Al centro della commemorazione la lettura di due testimonianze degli studenti, sintesi dei percorsi di legalità svolti nelle scuole. In particolare, gli allievi delle classi prime dell’Istituto Piersanti Mattarella hanno teatralizzato gli ultimi attimi di vita proprio del presidente della Regione Siciliana, assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980, in presenza dei familiari. La breve performance ha permesso di trasporre un progetto creato durante l’anno che racconta, con l’ausilio di tecniche cinematografiche, le vicende di magistrati, giornalisti e politici uccisi dalla criminalità, a cui sono dedicate le vie limitrofe alla scuola (video disponibili su www.ideacinema3.ic3modena.edu.it ).

L’incontro con personalità impegnate contro le mafie, ma soprattutto il lavoro annuale svolto con la criminologa romana Flavia Fiumara, sono stati, invece, al centro della testimonianza letta dagli studenti della 2^C delle scuole Carducci. Nell’istituto, infatti, dal 2010, è attivo un progetto di legalità che consiste nell’approfondimento di storie di donne e uomini impegnati, anche a prezzo della propria vita, nella lotta quotidiana contro la mafia “che è una cosa orribile e potente – hanno concluso i ragazzi – ma non invincibile perché, parafrasando Giovanni Falcone, come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio e avrà una fine”.

Nel suo intervento, il presidente Poggi ha voluto sottolineare l’importanza di contrastare le mafie a partire dal valore della cultura e dalla formazione proprio nelle scuole: “La conoscenza, lo studio, i saperi – ha affermato – se resi vivi e operanti nella nostra quotidianità, ci rendono persone libere capaci di sognare e progettare il proprio futuro senza affidarlo a chi, con prepotenza e con l’inganno, ci promette illusioni in cambio di obbedienza, omertà e rinuncia della propria dignità”.

Dopo le testimonianze, sono stati letti i nomi di alcuni magistrati uccisi dalle mafie ed è stato osservato un momento di silenzio. Al termine, è stata deposta una corona di fiori davanti alla stele commemorativa collocata 15 anni fa, nel 2009, nell’area verde della via dedicata al generale e prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa.

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