Una giovane donna l’ha definita una situazione di “quasi sottomissione”. Un suo collega ha segnalato un “clima costante di angoscia e tensione”, “un incubo”.
Altri hanno riferito di umiliazioni, “atteggiamenti sessisti”, scatti d’ira immotivati e improvvisi con calci agli oggetti. E la conseguenza erano “pianti e frustrazioni” diventati una costante al Centro ippico militare (Cim) dell’Accademia di Modena. È il quadro che emerge dai racconti messi a verbale nelle denunce, presentate a fine 2021, delle 11 presunte vittime del tenente colonnello dell’esercito Giampaolo Cati, ex capo del Cim accusato di stalking ai danni dei suoi sottoposti, quattro donne e sette uomini, violenza privata con abuso dei poteri e di autorità. L’indagine è stata chiusa a gennaio.
In un’occasione, si legge in una denuncia, Cati avrebbe ripreso un soldato che aveva dimenticato di mettere la coperta a un cavallo, obbligandolo a togliersi la felpa in modo che anche lui si sentisse “come il cavallo”. E a un altro soldato, che aveva tentato di mediare, l’ufficiale avrebbe detto: “Tu non devi stare dalla loro parte, sono come i cavalli, vanno domati, devono lavorare sempre sotto stress per averne il controllo”.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche audio con le registrazioni di alcune intimidazioni. I file sono stati consegnati a inizio 2022 ai carabinieri da un’emittente locale che li aveva ricevuti insieme ad alcune immagini e ad una lettera da fonte anonima. Nel testo si faceva riferimento alle condotte dell’ufficiale, a “maltrattamenti” al personale e si chiedeva “aiuto, prima che sia troppo tardi per chi non sopporta più”.
Fonte: ANSA