di Carmelo Abisso

“Le idee sono pensieri, diventano realtà quando incontrano uomini che le realizzano”. Con queste parole è terminato il toccante video dedicato al generale di corpo d’armata Giangiacomo Calligaris, proiettato alla caserma Mameli di Bologna, dove ieri si sono riuniti alcuni ufficiali e sottufficiali, in servizio e in congedo, per ricordare il 3° comandante della Brigata aeromobile Friuli, morto con il tenente Paolo Lozzi in un incidente di volo a Viterbo il 23 gennaio 2014.

Accolti dal comandante della Friuli, generale di brigata Massimiliano Belladonna, sono intervenuti il generale di corpo d’armata (ris) Enzo Stefanini, già Segretario generale della Difesa e 2° comandante della Friuli, il generale di corpo d’armata (ris) Antonio Bettelli, già comandante dell’Aviazione dell’Esercito, 7° comandante della Friuli e organizzatore dell’evento, i capi ufficio del Comando Brigata del tempo e alcuni collaboratori.

Dopo la foto di gruppo, tutto il personale si è traferito a Palazzo Grassi, sede del Circolo unificato dell’Esercito. Nella cappella dell’Immacolata di Giuseppe Maria Mazza, il cappellano militare don Sergio Imperiale, ha celebrato una funzione religiosa, accompagnato dalle note dei solisti di San Valentino, Martina all’organo e Antonio al violino. Presente anche il comandante del CME Emilia Romagna, colonnello Francesco Randacio.

Nell’omelia, dopo le letture dal secondo libro di Samuele e dal Vangelo di Marco, don Sergio ha evidenziato le figure di Giangiacomo Calligaris e Paolo Lozzi, il generale comandante dell’Aviazione dell’Esercito e il tenente pilota, uniti dalla comune passione per il volo e dallo stesso destino, caduti insieme nell’adempimento del dovere nel corso di una attività addestrativa. “Cor unum et anima una. Se si potesse raccogliere in una sola frase il messaggio di vita che ci ha tramandato il nostro fratello Giangiacomo, penso sia questa: un solo cuore e una sola anima. Lui ha fatto dell’unità sotto il suo comando la ragione della sua professionalità, la ragione della sua missione. Quanta grazia, un dono del Signore, un dono che attraversa gli anni – ben dieci sono trascorsi da quel tragico evento – ma che ci pone davanti ad un’unica grande verità: non siamo mai veramente soli in questo cammino. L’ultimo versetto del Vangelo ci dice: chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre. Oggi Gesù chiama il generale Calligaris e lo chiama fratello, chi fa la volontà di Dio è fratello di Gesù. Lo sapeva bene Giangiacomo, che sapeva abbracciare i piccoli e stare con i grandi della Terra: come dimenticare l’incontro con il Re di Giordania. I grandi sono quelli che pur essendo grandi sanno rimanere piccoli fra i piccoli”.

“Giangiacomo è tra noi – ha detto il generale Bettelli nell’intervento al termine della messa – Con quel suo modo di fare guascone e aristocratico, diveniva felice nel rendere felici gli altri. Quando è venuto a mancare è mancata la felicità delle persone che erano vicine. Sul luogo di lavoro avevamo il dovere di essere amici. Noi siamo arrivati a mettere in pratica questi insegnamenti. Ci ritroviamo, un gruppo di persone che hanno lavorato insieme. Perché? Per tre motivi: il primo, all’epoca vi era un progetto iniziatore, moderno, esclusivo: l’aeromobilità. Il secondo, la fortuna della leadership Stefanini – Calligaris, autorevole, visionaria, perfetta. Ci ha insegnato a vivere (cit. Stefanini: Fare, fare bene e far sapere). Poche parole che portavano insegnamenti profondi. Il terzo, l’esecuzione a cui ha dato vita e senso, con umiltà, il dovere di imparare il valore dell’amicizia che ha generato negli anni la possibilità di ritrovarci”.

 

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