di David Zebuloni
La notizia che l’attore israeliano Idan Amedi (nella foto, a destra) è rimasto gravemente ferito in un combattimento a Gaza contro i terroristi di Hamas ha presto fatto il giro del mondo. Che una star del cinema quale Amedi, reso noto al grande pubblico grazie al suo ruolo centrale nell’acclamata serie tv Fauda, abbia partecipato attivamente alla guerra in corso, ha stupito coloro che pensavano che i soldati israeliani fossero in realtà degli alieni sbarcati da Marte.
E invece no. In Israele, paese in cui la leva militare è obbligatoria, tutti sono stati, sono o saranno soldati. Un imperativo categorico e morale a quale nessuno (o quasi) vuole scampare: difendere la propria patria dalla perenne minaccia islamica circostante. Così, appena scoppia una guerra, ecco che tutti vengono richiamati a difendere le proprie case e le proprie famiglie, nonché i confini della propria terra e quelli di un’occidente cieco alla ferocia del terrorismo, che periodicamente bussa sempre alle porte tutti. Amedi, dunque, la cui vita non è più in pericolo, ma il cui stato di salute e ancora precario, non è l’unico VIP in divisa del paese.
Lo stesso Lior Raz, protagonista e autore di Fauda, il 7 ottobre, il giorno della strage, ha impugnato l’arma è si è precipitato nei kibbutzim al sud del paese, per evacuare le famiglie dalle case ancora in fiamme. Alcuni di loro hanno poi raccontato che, vedendolo arrivare, hanno pensato (forse sperato) di essere sul set di uno dei suoi film. Purtroppo non era così. In termini di orrore, la realtà aveva superato la finzione. Yadin Gellman, infatti, attore anche lui e protagonista del pluripremiato film Victory, ha quasi perso la vita a Be’eri, durante uno scontro ravvicinato con un terrorista di Hamas. Il suo compagno di combattimento, David Meir, diventato padre per la prima volta appena otto mesi prima, gli è morto tra le braccia.
Assente sul piccolo schermo da più di tre mesi ormai, è anche Ori Isaac: giornalista televisivo, nonché uno dei volti più noti e amati di N12, il telegiornale più seguito del paese. Mentre i suoi colleghi più anziani sono in studio a commentare le performance dell’IDF, Ori è a Gaza a battersi contro i terroristi. Ma non tutti gli anziani (pardon, meno giovani) sono rimasti a casa. Eitan Cabel, per esempio, ex parlamentare nel partito laburista di Yitzhak Rabin, ha deciso di arruolarsi ed entrare a Gaza, nonostante i suoi 64 rispettabilissimi anni. «Il mio compagno di tenda ha 22 anni, l’età di mia figlia», ha raccontato divertito e orgoglioso in un’intervista. Poi ha aggiunto: «Ho incontrato da vicino la nuova generazione, i sionisti 2.0, i leader del futuro. Ora sono più tranquillo circa il nostro futuro. So che lasceremo il paese in ottime mani».
Un altro volto noto che ha fatto parlare di sé, è stato quello dell’attore Tsahi Halevi. Dopo alcuni giorni di silenzio, infatti, la moglie Lucy Aharish, giornalista araba-israeliana di grande fama in Israele e fuori da Israele, ha pubblicato una foto del marito in divisa su Instagram con scritto: «Mi avete chiesto perché non mi sono espressa dopo la strage, mi avete detto che siete delusi da me, ma l’uomo della mia vita è andato a difendere il paese e il mio cuore è con lui. Non perdoneremo mai ciò che Hamas ha fatto ai nostri cittadini innocenti. Non ci sarà nessuna pietà per quelle bestie assassine». A proposito di Instagram, non possiamo dimenticare ovviamente anche le decine e decine di giovani influencer con centinaia di migliaia di followers, che hanno finalmente spento il cellulare e acceso al suo posto il cuore, la mente e il coraggio.
«Da dieci anni faccio l’influencer, eppure credo di non aver mai influenzato nessuno. Ora sento finalmente di riuscire a influire su qualcosa: il destino del mio popolo e del mio paese», ha spiegato Guy Ochman in un filmato diventato virale. Ed ecco la vera arma segreta dell’esercito israeliano: qui, non esistono sconti vip. Nei tempi più ostili, infatti, gli israeliani, tutti gli israeliani, legati da un destino comune, abbandonano le loro realtà scintillanti e si ritrovano a dormire nel fango, sotto la stessa tenda, lontani da casa, ma vicini come mai sono stati prima. Sì, proprio come nei migliori film di Netflix.
Fonte: Libero
Foto: IDF