di Franco Di Santo

In visita al cimitero militare italiano di Monaco di Baviera, rendo omaggio casualmente, tra le tante, alla tomba di Arnaldo Stoppele (19 gennaio 1913 – 23 giugno 1945) artigliere del 30° Reggimento artiglieria campale della Divisione Lupi di Toscana, catturato dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e deportato in Germania come Internato Militare Italiano.

Cos’ha di particolare questo sepolcro rispetto alle altre migliaia che un tale luogo sacro accoglie? Un’ iscrizione su una targa d’oro posta recentemente (luglio 2023) dai familiari del caduto (un/una nipote). Sono parole semplici che però fermano sentimenti sopravvissuti al tempo e testimoniano una tragedia umana patita non solo dalla vittima ma da tutta la sua famiglia, compresa quella parte che sarebbe nata dopo di lui e vissuta comunque nel ricordo della sua irrimediabile perdita. Sono parole preziose come l’oro su cui sono scritte.

Recita l’iscrizione:

Un pensiero per la mamma che non ti ha visto tornare

Un pensiero ai fratelli e alla sorella che ti hanno cercato

Un pensiero dai tuoi nipoti che non ti abbiamo conosciuto

Un pensiero alle guerre, perché non sono mai giuste.

Sono parole dedicate dai familiari ad Arnaldo Stoppele da Badia Calavena (Verona), vittima di una guerra ingiusta e di una tragedia atroce, ma indubbiamente adatte alle tante vittime, anche senza nome, del medesimo tragico destino che con lui riposano.

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