di Carmelo Abisso

Nella storica Basilica di San Martino Maggiore a Bologna, l’Esercito ha celebrato oggi con una messa il Santo Patrono, San Giovanni XXIII Papa. Alla funzione religiosa, organizzata dal Comando Militare Esercito “Emilia-Romagna”, erano presenti con il comandante, colonnello Guido Orsolini Orsolini, l’assessore all’innovazione digitale del comune di Bologna Massimo Bugani, in rappresentanza del sindaco, il comandante della Regione Carabinieri Forestale Emilia Romagna, generale di brigata Fabrizio Mari, il vice direttore regionale dei Vigili del fuoco, ingegner Luca Manselli, il vice comandante della Brigata aeromobile “Friuli”, colonnello Francesco Randacio e una rappresentanza di ufficiali, sottufficiali, graduati e militari di truppa di tutti i reparti ed enti dell’Esercito di stanza nella Città metropolitana di Bologna. Hanno partecipato anche le Associazioni combattentistiche e d’arma del presidio e il personale in quiescenza.

“Oggi ci convoca San Giovanni XXIII – ha detto monsignor Stefano Ottani, vicario generale per la sinodalità, introducendo la funzione religiosa – Vi porto il saluto del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, impegnato a Roma come Padre sinodale, nel giorno del suo compleanno”. Dopo la seconda lettera di San Paolo agli Efesini e il Vangelo secondo Giovanni Gv 21, 15-23, nell’omelia monsignor Ottani ha commentato la figura del pastore: “Tutte le pagine delle scritture hanno al centro la figura del pastore. In tutto il mondo l’immagine di Papa San Giovanni XXIII è quella del buon pastore. Immagine forte, poetica, le pecore non hanno il senso dell’orientamento e se non hanno una guida si perdono. Il pastore è il capo, il governante. I pastori si sono addormentati e il Signore dice ecco io stesso farò da pastore al mio popolo. Il dialogo tra Gesù e Pietro collega direttamente il ruolo del pastore alla capacità di amare. Solo chi ama è capace di pascere, l’amore per le persone, questo amore che rende capaci di governare per promuovere il bene di tutti. Esercitare il potere è la forza che difende, che è il contrario della violenza. San Giovanni XXIII è stato cappellano militare, vogliamo celebrare la sua festa, invochiamo la sua protezione e impariamo a seguire il suo esempio”.

Al termine della celebrazione eucaristica il colonnello Orsolini Orsolini ha ringraziato monsignor Ottani, il parroco padre Cielo e i cappellani militari che hanno concelebrato la funzione religiosa, salutando tutti i partecipanti alla celebrazione con altrettanta gratitudine. Nel suo intervento, ha richiamato la virtù del coraggio e dell’umiltà, proprie del Santo Patrono, che possano essere patrimonio di tutti i militari, per compiere fino in fondo il proprio dovere di soldato ed essere ogni giorno al servizio della Patria per il bene della collettività. “Voglio qui ricordare – ha concluso il comandante  – le parole che Papa Giovanni XXIII rivolse a circa 800 cappellani militari nel giugno 1959 in occasione del primo raduno nazionale: “Indimenticabile fu il servizio che compimmo come cappellano negli ospedali del tempo di guerra. Esso ci fece raccogliere nel gemito dei feriti e dei malati l’universale aspirazione alla pace, sommo bene dell’umanità. Mai come allora sentimmo quale sia il desiderio di pace dell’uomo, specialmente di chi, come il soldato, confida di prepararne le basi per il futuro col suo personale sacrificio e spesso con l’immolazione suprema della vita”.

 

 

 

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