di Carmelo Abisso

Nella caserma De Gennaro in Forlì si è svolta oggi la cerimonia di avvicendamento al comando del 66° reggimento fanteria aeromobile “Trieste” tra il colonnello Marco Licari, cedente e il colonnello Giovanni Cruciani, subentrante. Davanti al reggimento schierato con la bandiera di guerra, alla presenza dal comandante della Brigata aeromobile “Friuli”, generale di brigata Massimiliano Belladonna, hanno partecipato all’evento, tra le autorità, il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, il vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza, il questore Lucio Aprile e il capo di gabinetto della prefettura,Valentina Sbordone, in rappresentanza del prefetto Antonio Corona. Presenti anche i gonfaloni di Forlì, Cesena e Riolo Terme e i labari delle associazioni combattentistiche e d’arma.

Il colonnello Licari lascia il comando dell’unità dopo due anni. Il reggimento, sotto la sua guida, è stato impiegato all’estero nelle operazioni Leonte 30 in Libano, Eutm in Somalia, Resolute Support in Afghanistan, Takuba in Mali e sul territorio nazionale nell’ambito dell’operazione Strade Sicure, nelle piazze di Firenze e Napoli, dove ancora oggi è impegnata la 2^ compagnia aeromobile “Beirut”.

“Saluto Simonetta e Stefano Politi, figlia e nipote dell’eroe Mario Leonida, oggi qui con noi – ha detto Licari nel discorso di commiato – la grande responsabilità di essere gli eredi dei Leoni di Takrouna ci rende fieri e orgogliosi. Un grande onore per me comandare gli air assaulter del 66°, il reggimento non ha avuto alcuna pausa, sempre con lo zaino pronto. Ci sono state grandi innovazioni, la rivisitazione del Centro di formazione aeromobile, il riconoscimento dell’indennità aeromobile avanzata e del brevetto. Stiamo vivendo una fase di crescita senza precedenti nel mondo dell’air assault, grazie al generale Belladonna. Dal 1975 la casa del 66° è Forlì, di cui siamo cittadini onorari. Dalla visita della giunta comunale nel 2020, ci sono stati due anni di collaborazioni culminate con il progetto “Forlì per il Libano”. L’esempio virtuoso di una intera comunità, il modello Forlì, vola alto in Libano, come l’aquila sveva simbolo della città. Azione sinergica, cordiale e incredibilmente collaborativa tra la comunità forlivese e il 66° reggimento che ha permesso di aiutare la popolazione libanese. Tutti i traguardi operativi e addestrativi raggiunti sono frutto di uno straordinario lavoro di squadra”. Licari ha concluso ringraziando tutto il personale militare e civile del reggimento e rivolgendo un sincero ringraziamento alle autorità locali e a tutta la cittadinanza. Il colonnello Marco Licari è destinato a Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, dove ricoprirà l’incarico di capo ufficio promozione e marketing.

“L’avvicendamento al comando ha un significato intimo – ha detto il generale Belladonna nel suo intervento – Il corpo, Licari comandante di soldati e personale civile è il comandante di questo corpo, quello che lascia oggi. Nell’ottobre 2020 Licari inizia la preparazione del reggimento per l’impiego in teatro operativo. Senza la comunità forlivese il 66° non avrebbe potuto fare la differenza – ha aggiunto il generale rivolto al sindaco Zattini – Grazie al vostro modo di essere italiani, essere umani, guidati dai valori. L’unica provincia con l’accento è Forlì. In Libano il 66° ha fatto la differenza. Oggi saluto il 66esimo comandante del 66° reggimento, un evento unico, è un caso ? Forse si o forse no, ma lui ha fatto la differenza. Il legame viscerale con la comunità. Dietro c’è la realtà operosa delle piccole e medie imprese che hanno donato. Abbiamo ricevuto a Forlì i ragazzi libanesi, che sognano di avere un paese come il nostro. Da soli non si va da nessuna parte, insieme si vince. L’incredibile volontà organizzativa di Licari, la sua spregiudicatezza intelligente, ha fatto si che qualsiasi ostacolo cadesse per manovra. La sua caparbietà – grazie a una lettera scritta in una notte insonne – ha fatto si che l’intera comunità forlivese avesse un impatto straordinario. Grazie Marco, per aver dato lustro non solo al tuo corpo, ma alla Brigata e all’Esercito. Al colonnello Cruciani, che oggi assume il comando degli eredi dei Leoni di Takrouna, un sincero in bocca al lupo”.

Il colonnello Giovanni Cruciani, 44 anni, nato a Foligno (Pg), sposato con due figli, ha frequentato il 178° corso “Saldezza” dell’Accademia militare di Modena (1996-1998). Nel grado di tenente, nel 2001, è stato assegnato al 66° reggimento fanteria aeromobile “Trieste”dove ha svolto gli incarichi di comandante di plotone fucilieri e mortai e comandante di compagnia fucilieri. Dal 2007 al 2011 ha prestato servizio alla Scuola sottufficiali di Viterbo quale comandante di compagnia allievi marescialli. Laureato in scienze strategiche e scienze politiche, ha frequentato il 136° corso di Stato Maggiore e il 17° corso superiore di Stato Maggiore conseguendo il titolo issmi. Ha partecipato alle operazioni all’estero in Bosnia, Iraq, Kosovo e Afghanistan. E’ stato assegnato all’ufficio reclutamento, stato e avanzamento dello Stato Maggiore dell’Esercito quale ufficiale addetto. Nel periodo luglio 2018 – agosto 2019 ha comandato il 1° battaglione del 66° reggimento fanteria aeromobile “Trieste” ed è stato reimpiegato presso il I Reparto dello Stato Maggiore dell’Esercito, con l’incarico di capo della 3^ sezione politica e pianificazione dei reclutamenti, da dove proviene. Dal 23 settembre 2022 è il 67esimo comandante del reggimento.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here