…dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre”. (Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta)

Erano le 09.17 di giovedì scorso, 30 giugno, e stavo raggiungendo in auto l’area addestrativa di Persano. Lì gli uomini e le donne di un Reparto, a circa 40° sotto il sole, completamente equipaggiati ed elmetto calzato, avrebbero iniziato una esercitazione molto interessante (esercitazione comunque poi regolarmente svolta senza intoppi alla mia presenza).

Mi telefona allarmato un mio Amico parlandomi di un articolo di Sassate. Il link al testo me lo aveva già mandato via WhatsApp. Leggo e mi viene da ridere! Chi ha pensato simili baggianate e perché? Scrivo dall’auto (non guidavo io, sia chiaro) una mail alla redazione del sito inviando il mio numero e chiedendo di essere contattato. Proponevo di chiarire i fatti che lì venivano affermati. Ho atteso sino ad oggi e, avendo evidenza che molto probabilmente non si è interessati a chiarire e presentare la realtà com’è, mi sono deciso a scrivere questa breve nota.

Fare giornalismo dovrebbe significare fare informazione, offrire informazione. Evidentemente, se questo non accade, giornalismo non è ma è pettegolezzo. Non molto dissimile da quello che nelle strade del mio paese, una volta, le anziane signore facevano sedute con le seggiole fuori case. Ma quelle erano anziane signore e a loro tutto si poteva e si può concedere!

Nel racconto proposto una è la verità: non indosso i nastrini.

Tante le menzogne: mia aspirazione a ricoprire certi incarichi. Dico menzogna in quanto la tempistica spazza via ogni dubbio: non indosso i nastrini dall’inizio di ottobre. Quegli incarichi sono stati attribuiti settimane dopo. Quindi… E inoltre sarebbe stato un suicidio contestare prima di ricevere l’incarico anelato!

A quegli incarichi non ho mai aspirato. Ho chiesto ed ottenuto l’assegnazione e la riconferma al bellissimo Comando di Napoli.

E tutto questo l’ambiente di via XX settembre, artatamente tirato in ballo, lo sa benissimo.

Questa è la verità i n c o n t r o v e r t i b i l e , che a qualcuno però non interessa.

Ho voluto, in sintesi, dare la mia versione dei fatti, argomentata, e con questo ringraziare tutti quelli che hanno preso la mia parte o lo hanno fatto e non l’hanno fatto sapere. Quelli che mi hanno chiamato e mi hanno espresso solidarietà. Quelli che non mi hanno chiamato, per senso di pudore, ma so che sono stati vicini a me.

Alla fine qualcuno mi dirà: vabbè ma perché non porti i nastrini?

A quelli che in questi mesi me lo hanno chiesto l’ho spiegato.

Sicuramente non è una protesta ma per scoprirlo basta chiedermelo.

E lo dirò solo a quelli che Leonardo Sciascia (nella foto) mette nella prima delle sue cinque categorie, gli altri non capirebbero!

3 luglio 2022                                                       Giuseppenicola Tota

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