di Luigi Chiavarelli*
Ho letto una bellissima lettera che un padre militare ha dedicato ai suoi figli, di una specie particolare proprio perché figli di un soldato. Lettera commovente, che colpisce nel profondo chi ha passato la vita con le stellette. Ma mentre la leggevo, con la mente, alle spalle dei figli, intravvedevo una figura sfuocata, un po’ in ombra, che la lettera non metteva mai in luce: la mamma di quei figli, la moglie del soldato. Se i figli dei militari sono di una razza speciale, di razza specialissima sono le mogli.
La moglie di un militare non è politicamente corretta. Non ha mai dimostrato nelle piazze con cartelli o inveito contro il destino infame che l’ ha resa compagna di un folle in divisa. Un folle che, pensate un po’, parla di dovere, di Patria, di Bandiera, di sacrificio, di senso dell’onore, di guerra, tutte cose bandite ed irrise nella società di oggi. Compagna di un uomo che le fa fare una vita di dignitosa austerità, senza possibilità di togliersi il capriccio di un vestito firmato o di un gioiello costoso. Compagna di un uomo che appare e scompare, anche per lunghi mesi e la lascia sola con i figli e con tutti i problemi, infiniti, ad essi connessi, in una città sconosciuta dove c’è tutto da fare, in appartamenti spesso inadeguati. Scuola, salute, contratti, banca, ambientamento, nuove conoscenze, nuovi pericoli, tutto sulle sue spalle e i nonni, quasi sempre, sono lontani, in altre città, quindi è sola, completamente sola.
La notte piange in silenzio per non svegliare i bambini, in un letto troppo grande, dando sfogo a quel dolore che morde il cuore ma che di giorno, di fronte ai figli, è costretta ad ingoiare come un boccone amarissimo. Non ha nessuno con cui sfogarsi, non ha nessuno a cui confidare i suoi pensieri con cui alleggerire il peso che sente nel cuore. Passano le settimane, passano i mesi e c’è l’angoscia per quella telefonata sempre incombente, quel bussare inatteso, quella porta che non vorrebbe mai aprire per non vedere il volto addolorato che reca la notizia da sempre temuta: lui non tornerà. Ma è la moglie di un soldato, non è abituata ai piagnistei e alle lamentele. Un po’ di quella durezza da caserma le è penetrata nel cuore e non si mostra mai triste o abbattuta. Sempre positiva, sempre attiva deve fare da madre e da padre allo stesso tempo, ingoiare paure e frustrazioni e far sentire ai figli che il loro padre, anche se non c’è fisicamente, in realtà è sempre presente, con il suo amore, con la sua forza.
“Come stai?” “Tutto bene” “Mi manchi” “Ti amo”. Le solite poche parole che devono bastare fino alla prossima telefonata, quando sarà, se ci sarà. Un profondo sospiro, una lacrima ingoiata a forza, un largo sorriso ai figli dal volto triste. Ricomincia l’attesa.
E quando lui torna, solo abbracci, sorrisi, tanto amore per quell’uomo smagrito e cotto dal sole ed anche tanto orgoglio. Nulla trapela della solitudine e del dolore di quei mesi. Tutto è dimenticato, fino alla prossima missione.
Non sarà mai abbastanza la gratitudine per questa donna eccezionale, mamma, moglie, amica , amante, compagna impareggiabile, che ha saputo resistere, perché non tutte ce l’hanno fatta. Bisogna avere molte marce in più per restare tutta la vita con un soldato e continuare ad amarlo, nonostante tutto.
Grazie cara, dolce e forte compagna di una vita. So che senza di te non ce l’avrei fatta.
* generale di corpo d’armata (ris)
Le situazioni descritte sono verosimili, non completamente vere. Lo dico da moglie di militare. Marito scrive e moglie cosa risponde?
Risponde di non avere scelta; che mai avrebbe creduto fosse davvero tutto così fatto di “rassegnato dovere” finché non si è trovata a doverlo vivere!
Un militare è anche un impiegato statale con i diritti che gli competono e certi obblighi incontestabili valgono solo in stato di emergenza, Non in normale routine di addestramento e/o di svolgimento delle proprie mansioni. Gli organici esistono pure in ambiente militare come le necessità ed i contrattempi per tutti e di tutti. Pertanto ciò che manca in questo ambiente è il buon senso del padre di famiglia e soprattutto comprendere che la differenza tra un militare ed un libero cittadino non sta nel servire la Patria o no. Tutti serviamo la Patria, ma con la differenza che il militare è pagato x ricordarsi ogni giorno che potrebbe essergli chiesto, senza diritto di scelta, di dare la vita per Questa. Un medico di pronto soccorso è meno importante per la difesa della Patria di un militare? Il benessere nell’ambiente lavorativo prima di tutto!!!!: questo è ciò che ancora non è per Nulla chiaro nell’ambiente delle divise e che purtroppo molte mogli, ancora più rassegnate dei mariti militari, non comprendono.