“Inauguriamo questa rassegna in una giornata di grande rilievo storico, perché ci rimanda all’inizio di una fase cruciale per la vita del nostro Paese, a quell’8 settembre 1943 in cui fu proclamato l’Armistizio, ebbe fine l’alleanza con la Germania nazista e prese avvio la nostra Resistenza”.
Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in occasione della inaugurazione della mostra dal titolo “Nonostante il lungo tempo trascorso…”, Le stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione 1943 – 1945, che si è svolta ieir pomeriggio al Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate al Vittoriano.
All’inaugurazione sono intervenuti anche il capo di stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, il procuratore generale militare presso la Corte militare di appello, Marco De Paolis e la direttrice del Complesso monumentale del Vittoriano e di Palazzo Venezia, Edith Gabrielli.
Presenti, tra gli altri, il sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli, il presidente della Commissione Difesa del Senato Roberta Pinotti, l’ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia Vikto Elbing, i vertici militari.
“La mostra che inauguriamo oggi costituisce certamente un momento di riflessione storiografica nell’ambito della gigantesca questione del nazifascismo, dell’antisemitismo, delle vite stroncate, perseguitate e dimenticate” ha aggiunto il ministro evidenziandone il tratto innovativo.
“La sua peculiarità” ha affermato “risiede nella centralità del profilo giudiziario dei crimini avvenuti, alcuni impressi nella nostra memoria collettiva, altri poco noti, se non del tutto sconosciuti, molti addirittura volutamente occultati”.
Il ministro ha poi ringraziato per la presenza all’evento l’ambasciatore Elbing per il “particolare significato e importanza perché testimonia, io credo, che l’amicizia tra i popoli si fonda sui valori della verità e della ricerca di una comune giustizia anche quando questo è doloroso, anche quando questo ci impegna a ripercorrere pagine rimosse dalla coscienza nazionale e a lavorare insieme per rafforzare questi legami nel servizio alla verità e alla giustizia“.
L’iniziativa, svolta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, rappresenta il punto di partenza di un progetto di più ampio respiro, riguardante la creazione di un Centro di documentazione nazionale sui crimini commessi durante la Guerra di Liberazione e sui loro risvolti giudiziari.
Obiettivo della mostra, far conoscere attraverso fotografie, documenti e video filmati una pagina importante della storia recente italiana legata ai crimini nazifascisti commessi in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani nell’imminenza e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
L’attenzione è posta inoltre sul profilo giudiziario, anch’esso complesso e ricco di episodi poco noti o addirittura del tutto sconosciuti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali militari Italiani.
“Oggi, in un tempo fortunatamente lontano da quelle stragi, sentiamo il dovere di accostarci a quella memoria, a quel ricordo con un carico di grande dolore e sofferenza, ma anche di sentita gratitudine nei confronti di tante vite spezzate per la libertà e la democrazia” ha spiegato il ministro che ha sottolineato l’importanza di recuperare, difendere e diffondere la memoria di quanto accaduto “perché mai più la perdita di fiducia nei valori fondamentali del rispetto della vita e della libertà individuale, che sono al centro della cultura e della storia europea, conduca a tragedie simili”.
Ad illustrare l’evento, il procuratore De Paolis, presidente del Comitato Scientifico promotore dell’iniziativa composto dalla prof.ssa Isabella Insolvibile, storica, dalla dott.ssa Alessia Glielmi dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore della Difesa e dal tenente colonnello Emilio Tirone dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Iniziativa realizzata con il supporto tecnico e logistico dello Stato Maggiore della Difesa, in particolare il generale di divisione Alfonso Manzo, capo del V reparto affari generali di Smd.
La mostra si sviluppa su 6 sezioni così articolate: crimini di guerra sui militari, crimini di guerra sulla popolazione, i deportati, i processi, conclusioni e, infine, la sesta inerente ai video documentari.
Rimarrà aperta al pubblico tutti giorni, ad esclusione dei lunedì, dalle 09.30 alle 18.00, fino al 30 settembre.