di Carmelo Abisso
Nell’Auditorium Enzo Biagi della SalaBorsa di Bologna ha avuto luogo il 22 giugno la conferenza stampa di presentazione della mostra fotografica “Il respiro trattenuto”, Bologna ai tempi del Covid-19 in 100 scatti di autore. Sono intervenuti Francesco Volta, responsabile rigenerazione urbana e arte pubblica del Comune di Bologna, Giuseppe Del Rossi, presidente Airf (Associazione italiana reporters fotografi), Roberto Mugavero, editore Minerva e Gabriele Fiolo, fotografo e curatore del progetto. Ha moderato l’incontro Giovanni Rossi, presidente del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna.
Tredici fotografi professionisti, Gianni Schicchi, Rossella Santosuosso, Paolo Righi, Marika Puicher, Michele Nucci, Margherita Caprilli, Gianluca Perticoni, Mauro Montaquila, Alessandro Ruggeri, Massimo Paolone, Massimiliano Donati, Michele Lapini e Max Cavallari, veri “testimoni oculari”, hanno attraversato la città raccontando, con il loro obiettivo e il loro cuore, ciò che accadeva “fuori” e hanno restituito alla città quel volto emotivamente problematico, su cui, le città di tutto il mondo si stanno interrogando.
Il respiro trattenuto. Bologna ai tempi del Covid-19 in 100 scatti d’autore, è un racconto corale di Bologna e dei suoi cittadini, in una fase inaspettata della nostra storia che ci ha resi consapevoli delle nostre fragilità. La mostra fotografica visitabile dal 22 giugno al 10 luglio 2021 presso la Biblioteca SalaBorsa di Bologna e il volume edito Minerva, raccolgono la visione di 13 fotografi professionisti, che hanno saputo raccontarci Bologna in un particolare momento storico in cui tutta la città tratteneva il respiro: momenti di una vita messa in pausa, trattenuta, dove perfino le ombre sono sparite dai portici della città e sono diventate solo un lontano ricordo, in attesa di un incerto futuro.
Il progetto editoriale, curato da Gabriele Fiolo insieme all’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma, restituisce alla città preziosi tasselli per la costruzione di una memoria durevole capace di raccontare ciò che è accaduto e che ha stravolto la quotidianità di tutti i cittadini bolognesi durante i lunghi mesi dell’emergenza sanitaria.
Il respiro trattenuto è un progetto promosso e sostenuto dal Comune di Bologna e fa parte di Bologna Estate 2021.
“Ho seguito fin dall’inizio questo interessante lavoro – ha detto il presidente Airf Del Rossi – la bellezza della mostra è l’emergenza pandemia venuta fuori sotto vari aspetti. Il fotogiornalista è un ricercatore, deve indagare, come Tano D’Amico con la sua celebre foto della ragazza bendata coi carabinieri durante una manifestazione del 1977. In un epoca di declino, occorrono nuovi paradigmi di relazioni tra le persone”.
L’editore Mugavero ha dichiarato di aver creduto nel progetto dal primo istante. “Conosco personalmente i fotoreporter. Considero il loro lavoro “arte vera”. Ricordo un biglietto nello studio di Walter Breveglieri con una frase di Orio Vergani “Una fotografia racconta sempre la verità”. C’è un racconto duro, reale, ma anche romantico nelle foto del libro. Sergio Zavoli avrebbe detto che per foto belle come queste 100 immagini non servirebbero cornici, basterebbe solo appenderle e guardarle”.
“Quello che un buon fotografo deve cercare di fare è mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio”. Citando Henri Cartier-Bresson, Gabriele Fiolo ha spiegato l’origine del lavoro.“Nato a marzo 2020, finito a settembre, Minerva ha sposato il progetto editoriale a gennaio 2021. La memoria è la radice di questo progetto, ma non può essere solo emozionale, ma deve essere un dovere. Dobbiamo ricordare, con queste immagini tutti diventiamo testimoni. E’ stato un lavoro accurato, serio, fatto da gente che ci crede, che ha una certa visione della fotografia. Colleghi che erano in strada a fare documentazione durante la pandemia, nel silenzio assurdo della nostra città. Liberi di scegliere immagini del loro vissuto, che avessero emozionato loro. La mostra è dedicata – ha concluso Fiolo – a tre colleghi e amici che abbiamo perduto: Paolo Ferrari, Andrea Samaritani e Gilberto Veronesi”.
Foto di Cristina Ferri
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