E’ stata celebrata oggi a Naqoura, sede del quartier generale della missione Unifil, la giornata internazionale dei peacekeeper dell’Onu, rendendo omaggio al prezioso contributo di tutto il personale civile e militare che vi opera ed onorando altresì gli oltre 4.000 caschi blu che hanno sacrificato la propria vita, dal 29 maggio 1948 ad oggi, al servizio delle Nazioni Unite in tutto il mondo.
Il tema di quest’anno è “La strada per una pace duratura: valorizzare il potere dei giovani nei processi di stabilità e sicurezza”. Decine di migliaia di giovani, civili e militari, italiani e stranieri, impiegati come forze di pace, stanno attualmente fornendo il loro contributo nell’ambito della missone Unifil ed in molte altre missioni nel mondo. Ogni giovane peacekeeper fornisce un supporto fondamentale alla pace e alla sicurezza contribuendo con valori e doti morali che dovranno essere sempre assicurati in questo impegnativo lavoro.
La cerimonia è stata presieduta dall’Head of mission e Force commander di Unifil, il generale di divisione Stefano Del Col, il quale, insieme al generale Maroun Kobayati, comandante libanese del settore a sud del fiume Litani (South Litani Sector) in rappresentanza del comandante delle Forze armate libanesi (Laf), ha deposto una corona di fiori in memoria dei peacekeeper di Unifil che, con il loro estremo sacrifico, hanno contribuito a mantenere la pace nel sud del Libano.
“Sono 322 i caschi blu che, dal 1978 ad oggi, hanno perso la vita nell’adempimento del dovere all’insegna della pace e della sicurezza nel sud del Libano. Oggi li onoriamo tutti e consolidiamo, con la nostra presenza, un luogo di stabilità e pace dove i cittadini di questo paese possano vivere in armonia confidando nel futuro e nelle prossime generazioni”, ha detto il generale Del Col nel corso del suo intervento.
“Nelle ultime settimane siamo stati testimoni di eventi che ci hanno fatto riflettere molto sui temi della pace e della stabilità. Non possiamo consentire azioni che potrebbero mettere a repentaglio la cessazione delle ostilità. Per questo ringrazio i nostri partner strategici, le Forze armate libanesi, per le loro azioni rapide ed efficaci compiute nelle ultime settimane per prevenire ulteriori escalations”.
“Nell’ultimo anno i nostri peacekeeper e quelli di tutto il mondo, si sono confrontati con sfide e minacce senza precedenti, affrontando l’emergenza globale del Covid-19 ma, al contempo, hanno saputo supportare la popolazione dei Paesi in cui sono stati chiamati ad operare”. “Ma questa non è stata l’unica sfida affrontata nel corso dell’ultimo anno, diversi caschi blu sono rimasti gravemente feriti nella tragica esplosione del porto di Beirut avvenuta lo scorso ultimo agosto. I rappresentanti di Unifil, sia civili che militari si sono adopertati immediatamente, rimuovendo tonnellate di detriti dalle strade cittadine e dal porto ripristinando così la viabilità ed i siti del patrimonio danneggiati. Questo è solo un altro esempio in cui abbiamo dimostrato il nostro impegno nei confronti del popolo libanese.”
Il Force commander ha pertanto espresso la propria profonda riconoscenza a tutto il personale di Unifil per “l’eccezionale servizio e spirito di sacrificio dimostrati”. Grazie al loro operato, la missione ha potuto condurre con successo e senza sosta tutte le attività operative, adempiendo al mandato anche in queste difficili circostanze”.
Il capo missione ha poi concluso l’intervento rimarcando l’orgoglio di essere un peacekeeper rendendo merito al lavoro silente svolto ogni giorno alla continua ricerca della pace nel sud del Libano. “Come abbiamo sempre fatto, continueremo a lavorare con i nostri partner strategici, le Forze armate libanesi, verso l’obiettivo della cessazione delle ostilità e di una pace sostenibile nel sud del Libano, per assolvere il mandato sancito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu n. 1701 e successive”.
Nel dicembre 2002, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 29 maggio come giornata internazionale dei peacekeeper per rendere omaggio alla professionalità, alla dedizione e al coraggio di tutti gli uomini e le donne, militari e civili, che prestano servizio nelle operazioni di mantenimento della pace sotto mandato Onu e onorare la memoria di coloro che hanno perso la vita nell’adempimento del dovere per la pace nel mondo.