di Carmelo Abisso
Area Charlie del poligono Cellina-Meduna, delimitata a nord dalla strada provinciale 53 e a sud dalla confluenza dei due fiumi. Ci troviamo in provincia di Pordenone, giovedi 6 maggio, la giornata è nuvolosa e fredda, la temperatura di 8 gradi. “Siamo a verificare l’attuazione di accordi e il mantenimento e la sorveglianza di una ipotetica linea di confine che va preservata e controllata. Vedrete arrivare una pattuglia a bordo di Vtlm Lince con un assetto Acrt (Advanced combat reconnaissance team) del genio, dedicato all’apertura della strada nel caso ci siano ostacoli che impediscono la libertà di movimento. Fonti di intelligence ci dicono che in prossimità della linea di confine ci sono elementi ostili che si stanno organizzando”. Così il tenente colonnello pilota Luca Beraudo, Toc (Tactical operation center) director della Brigata aeromobile “Friuli”, introduce il briefing agli otto giornalisti e fotografi invitati in occasione della esercitazione finale del campo d’arma “Cadar/21”.
L’attività, iniziata lo scorso 26 aprile, ha avuto lo scopo di consolidare le capacità operative, sviluppare ulteriori capacità di interoperabilità tra unità della Forza armata, anche in chiave multinazionale e di approntare le unità per l’impiego nelle operazioni fuori area. Organizzata e condotta dalla Brigata aeromobile “Friuli” nel pieno rispetto delle misure di prevenzione e contrasto dell’emergenza pandemica Covid-19. E’ stato schierato il Posto Comando della Brigata, in una configurazione di tipo distribuito, con la sua componente principale schierata presso la sede stanziale della grande unità all’interno della caserma Mameli di Bologna e una sua proiezione avanzata presso la struttura campale allestita all’interno dell’aeroporto “Francesco Baracca”, sede del 5° reggimento Aves “Rigel” in Casarsa della Delizia (Pn).
Ulteriore località di svolgimento degli eventi, con una scuola tiro per la compagnia mortai del 66° reggimento fanteria aeromobile “Trieste”, è stato il poligono di Monte Romano. Tale attività è stata così contestualizzata quale fuoco di supporto alle operazioni e sincronizzata dalla componente Joint fire support element (Jfse) all’interno della cellula Battle space management (Bsm) nel Posto Comando di Brigata.
Ad integrare le unità della Brigata aeromobile “Friuli”, agli ordini del generale di brigata Stefano Lagorio, sono stati assetti del reggimento Lancieri di Novara (5°), dell’8° reggimento genio guastatori paracadutisti “Folgore” e del 132° reggimento artiglieria corazzata “Ariete” che, all’interno del poligono di Cellina Meduna, hanno agito in uno scenario nel quale una ipotetica linea di confine doveva essere preservata e garantita la sua inviolabilità. La Cadar 21 ha visto l’effettuazione di diverse attività addestrative e l’integrazione virtuale grazie al pieno sfruttamento del sistema di simulazione Virtual battle space (Vbs) per lo studio e la pianificazione delle operazioni.
L’organizzazione delle trasmissioni e del supporto info-comunicativo, inoltre, è stata garantita dal 2° reggimento trasmissioni. Nell’evento conclusivo, svoltosi alla presenza del comandante della Divisione Vittorio Veneto, generale di divisione Angelo Michele Ristuccia, valore aggiunto è stata la partecipazione del 56° Rescue Squadron dell’Usaf di stanza nella base di Aviano, intervenuto in funzione di evacuazione medica d’emergenza (Casevac-casualty evacuation) con un elicottero HH60G “Pave Hawk” inserito nel dispositivo. L’atto tattico, realizzato attraverso l’azione combinata di unità di fanteria aeromobile, esploranti, genio, mortai e artiglieria, ha visto la “Friuli” approntarsi con una struttura pluriarma, modulare, integrata, integrabile e multinazionale.
“Prepararsi per una missione significa, anche mentalmente, prepararsi a essere soldati – ha detto il comandante della Divisione “Vittorio Veneto” allo schieramento finale – Oggi abbiamo sfruttato questa opportunità addestrativa non solo per prepararci, perchè l’approntamento è una cosa seria che ci coinvolge tutti, dallo Stato Maggiore dell’Esercito sino alla squadra. E’ anche un’occasione straordinaria per mettere insieme tutti gli assetti necessari per imparare a lavorare in modo pluriarma. L’impegno della Divisione si origina perchè in questa attività sono coinvolte unità di diverse Brigate. Tutto questo da enorme soddisfazione, primo perchè impariamo a sviluppare un unico modus operandi, appunto quello pluriarma, ognuno con le proprie straordinarie peculiarità e secondo, perchè siamo tutti un’unica schiera di soldati che porta avanti con orgoglio i valori della nostra Forza armata. Sono contento per quello che avete fatto e per l’impegno profuso, con la mentalità orientata all’assolvimento della missione – ha concluso il generale Ristuccia – Dovete arrivare preparati a quello che vi aspetta con la consapevolezza che siete in grado di operare anche nella peggiore delle condizioni, come il warfighting. Quando siamo in grado si svolgere le cose che richiedono il maggiore impegno, che sono più demanding, allora siamo in grado di svolgere anche quelle meno complesse sotto il profilo della cinetica. Ricordatevi che l’aspetto migliore che ci deve contraddistinguere è l’umiltà”. (Nda, virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma di orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione).
Foto di Mauro Montaquila e Francesca Giardina