Le apparecchiature consentiranno agli ospedali libanesi di disporre di un’arma in più nella lotta contro il Covid-19.
Due nuovi macchinari per la diagnosi rapida di positività al Coronavirus sono stati donati dal contingente italiano delle Nazioni Unite schierato nel Libano del Sud (Unifil) agli ospedali di Tiro e di Tibnin, due tra i più importanti centri di riferimento nel paese per la lotta al Covid.
Si tratta di due estrattori automatici che consentono la preparazione automatizzata di campioni di Dna, Rna e proteine, riducendo le fasi di elaborazione manuale delle analisi, con risultati standardizzati e tempi di risposta più rapidi, oltre a un monitoraggio più accurato dei procedimenti.
Le apparecchiature, acquistate con fondi del Ministero della Difesa italiano, consentiranno agli esperti dei laboratori di virologia dei due ospedali libanesi di disporre di un’arma in più nella lotta contro il Coronavirus.
“Grazie a questi moderni macchinari sarà possibile ridurre i tempi di estrazione del genoma del Coronavirus e, quindi, di abbattere quelli legati al responso diagnostico, così da intervenire più rapidamente sul paziente con la terapia”, hanno spiegato i direttori sanitari dei due ospedali.
Sentimenti di gratitudine per la speciale donazione sono stati espressi dalle autorità politiche e sanitarie locali al generale di brigata Andrea Di Stasio, comandante del settore Ovest di Unifil a guida Brigata “Sassari”. Inoltre, particolare riconoscenza è stata manifestata nei confronti dei militari italiani i quali, nonostante il Covid, continuano ad operare al fianco del popolo libanese.
“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ed affrontando riguarda tutti da vicino – ha detto Di Stasio – Il virus non fa distinzione di nazionalità. Solo restando uniti, mettendoci al servizio della collettività, potremo pensare di sconfiggerlo e di tornare alla vita di tutti i giorni”.
Una donazione simile era stata effettuata dal contingente italiano a favore degli ospedali di Tiro e di Bint Jbeil nell’ambito dei progetti di cooperazione civile-militare per la lotta all’emergenza Coronavirus nel Sud del paese. In quell’occasione furono consegnate due moderne apparecchiature per processare i tamponi, strumenti necessari e indispensabili per accertare i casi di positività al Covid-19 che si basano sulla metodica molecolare di reazione a catena della polimerasi (Pcr), messa a punto in base alla sequenza genetica del virus Sars-Cov-2.