In occasione della Festa di Corpo del 78° reggimento fanteria “Lupi di Toscana, pubblichiamo l’intervento del 72° comandante, Enrico Mocellin, generale di divisione (c.a.)

Saluto ai Lupi

È passato un anno dal nostro incontro del 3 novembre 2019, un giorno ricordato con nostalgia da chi vi ha partecipato e con rimpianto da chi non ha potuto esserci. Eravamo tanti: 156 veterani un po’ invecchiati, alcuni un po’ imbarazzati nel trovarci fisicamente cambiati e incontrare persone sconosciute. Fu anche l’ultima volta che vidi il Lupo ma soprattutto l’amico Giancarlo Magnone, che del nostro Raduno era stato l’ideatore e il realizzatore, con Riccardo Grazioli ed Enzo Equizi. La gioia di ritrovarci fece presto superare la preoccupazione per le sue condizioni di salute e passammo insieme una bella giornata, ripromettendoci di ripeterla ancora.

Sulla nostra chat whatsapp, a fine luglio, Riccardo Grazioli ha lanciato l’dea di una nuova Adunata. L’estate sembrava aver affievolito la virulenza del Sars-Cov-2 e per qualche giorno furono scambiati messaggi su date e mascherine personalizzate. Con la fine della stagione si è capito che la pandemia non era stata sconfitta e del Raduno non si è più parlato, nella speranza che col passare del tempo la situazione migliorasse. Non è andata così e dobbiamo prepararci responsabilmente a un inverno duro.

Mi è stato chiesto di ricordare la nostra Festa di Corpo. Sono orgoglioso di essere stato il 72° comandante del 78° reggimento Lupi di Toscana ma prima e dopo di me ce ne sono stati altri. Credo di essere guardato con particolare riguardo non perché sono migliore ma perché ho avuto il privilegio di comandare il Corpo nel suo periodo più intenso e significativo del secondo dopoguerra. Ero circondato da ufficiali, sottufficiali e soldati giovani e motivati, i collaboratori maturi erano scarsi ma molto esperti, il sostegno logistico e amministrativo era ottimo, abbiamo svolto molto addestramento in aree lontane, i lupi nella gabbia godevano ottima salute. Abbiamo avuto esperienze operative con i Vespri Siciliani a Gela e Ibis 2 in Somalia. Un periodo impegnativo ma di grande soddisfazione.

I Lupi però sono molto di più. Hanno avuto una storia ultracentenaria, iniziata nel 1862 con la Brigata Granatieri di Toscana, di cui alcuni reparti furono impegnati nella dura repressione del brigantaggio, nella Terza Guerra d’Indipendenza e nella campagna che portò alla presa di Roma. Nel 1871 la Brigata Granatieri fu ristrutturata in Brigata di Fanteria. Con tale configurazione distaccò ufficiali e truppe per le campagne coloniali di fine Ottocento e la Guerra Italo-Turca del 1911-12. La Prima Guerra Mondiale diede alla Brigata la fama che ha mantenuto fino a oggi. In quel conflitto i suoi fanti ricevettero il nome di Lupi dai nemici stessi e il capitano Raffaele Formisano scrisse il nostro inno.

Monte Melino, Monte Sabotino, il Carso, Dosso Faiti, Veliki Kribak, le foci del Timavo, Col Rosso, Col d’Echele, il Tagliamento: in questi luoghi a noi cari combatterono uomini d’altri tempi, figure ispiratrici di valore e di gloria. Voglio ricordare quelli che mi hanno più commosso: il 18° comandante del 78°, tenente colonnello Cesare Cisterni, che fu dilaniato da un proietto nemico nel suo posto comando, insieme alla sua Bandiera di Guerra; il maggiore Giovanni Randaccio, comandante del II/77°, sul Veliki e al Timavo con la bandiera dell’amico D’Annunzio, nella quale fu avvolto quando cadde ucciso.

Nella Seconda Guerra Mondiale la sorte fu crudele con la Divisione Lupi di Toscana, sacrificata in Albania per una campagna mal preparata e cruenta. Di questa ricordo il tenente Mario Cicognini, caduto in un disperato assalto contro le linee greche negli ultimi minuti prima dell’armistizio; il tenente Franco Groppetti, che ebbi l’onore di conoscere, custode della Croce del Sangue dannunziana, l’unico che ebbe il coraggio di chiedere a Mussolini in ispezione di ripianare le sue dotazioni.

Il dopoguerra vide nel 1947 la ricostituzione del solo 78° reggimento, il conquistatore del Sabotino, in varie sedi della Toscana. Negli anni ‘50 fu costruita la grande gabbia nella caserma “Gonzaga” in Scandicci e introdotta la prima coppia di lupi, le cui generazioni accompagnarono gli squilli della tromba con i loro ululati fino al 1995. Il 78° fu benemerito nel soccorso a Firenze nella tragica alluvione del 1966. Nel 1975 l’unità fu contratta a battaglione motorizzato in Scandicci, trasformato in meccanizzato nel 1992. Grazie alla professionalità dei quadri e a ottimi meccanici di mezzi corazzati, l’operatività fu mantenuta anche nel nuovo ruolo. Dal 1985 fece parte, con la Brigata Folgore, della Forza d’Intervento Rapido, un raggruppamento d’elite, sottoposto ad intenso addestramento. Nel 1992 il 78° fu riportato a livello di reggimento e ne assunsi il comando. Tre anni dopo, fra le nostre lacrime, il reggimento fu sciolto. Non fu la fine definitiva perché fu ricostituito nel 1998 come reggimento addestramento volontari e la nostra Bandiera tornò per l’ultima volta a Firenze. Rientrò definitivamente al Vittoriano dieci anni dopo.

Ho cercato di sintetizzare i 139 anni di vita del nostro magnifico reparto, con i suoi adeguamenti alle esigenze della Nazione, perché voglio ricordare che ognuno di noi serve la Patria nelle circostanze che il destino gli assegna. Ad alcuni sono assegnati sacrifici e privazioni, ad altri anni monotoni o esperienze gratificanti. Il nostro orgoglio dev’essere la consapevolezza di aver svolto lealmente il nostro compito. Qualunque sia stato l’incarico svolto o il grado ricoperto, siamo accomunati dalla nostra Bandiera, dal distintivo dei Lupi e dalle mostrine rosse con la striscia bianca.

Come tali dovremo riconoscerci fratelli e potremo sentire di esserlo con quanti ci hanno preceduto scrivendo la storia sanguinosa e gloriosa del nostro Corpo. Il ricordo vivrà fino a quando ci sentiremo uniti come un vero branco di lupi. Perché la vita continua, nonostante guerre, ristrutturazioni ed epidemie: il 2 agosto è nato il lupetto Giancarlo, nipote di nonno Magnone. Mi piace concludere con questa nota di speranza e serenità. Arrivederci al 3 novembre 2021.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here