“Fatemi dire da subito che l’Arma dei Carabinieri è, ribadisco è, perno imprescindibile dello Stato e presidio di sicurezza e legalità per i nostri cittadini.
Soprattutto per questo, la vicenda di Piacenza, nella sua inaudita gravità, ha fortemente scosso non solo i sentimenti dei 110.000 carabinieri, che ogni giorno lavorano con altissimo senso del dovere e delle Istituzioni, ma anche, gli animi di tutti gli italiani che all’Arma, guardano con fiducia e affetto come al più prossimo volto della legalità e dello Stato. Ed è per questo motivo che, da subito, è stato offerto il massimo impegno a collaborare con la magistratura e, d’intesa con il Comando Generale, è stata avviata un’inchiesta interna, affinché si pervenga ad una completa cognizione sia degli accadimenti, sia degli eventuali elementi di criticità nei sistemi di controllo e di verifica.
A tale riguardo, sottolineo che l’Arma ha immediatamente disposto nei confronti dei militari interessati dal provvedimento giudiziario la sospensione “precauzionale” dall’impiego, avviando contestualmente la valutazione disciplinare dei fatti, per adottare, in tempi brevi, rigorosi provvedimenti aderenti alla gravità dei comportamenti.
Il Comandante provinciale di Piacenza e gli altri comandanti della sede, a prescindere dal loro eventuale coinvolgimento nei fatti oggetto di accertamento in sede penale, sono stati destinati ad altri incarichi, nell’interesse dell’Istituzione e per restituire a Piacenza e alla sua cittadinanza il più regolare e sereno svolgimento dell’attività di servizio.
Inoltre, come detto, è stata avviata l’inchiesta prevista dall’art. 552 del TUOM, al fine di verificare l’adempimento dei doveri del servizio, l’applicazione delle norme di settore e la funzionalità delle procedure adottate.
La vicenda di Piacenza collide, infatti, con i consolidati principi che informano l’operato dei militari dell’Arma, la cui azione è disciplinata da rigorose procedure operative, definite nell’imprescindibile rispetto della dignità e dei bisogni delle persone, specie se sottoposte a provvedimenti di privazione della libertà.
Chiarezza. Chiarezza è e sarà la parola d’ordine: non può e non deve esserci spazio per l’ambiguità o per il sospetto che possa alimentare atteggiamenti di sfiducia verso l’Arma dei Carabinieri e verso le Istituzioni tutte. Ho chiesto, dunque, per gli aspetti che più afferiscono alle competenze e alle prerogative della mia funzione, che i dovuti accertamenti sulle dinamiche dell’accaduto siano condotte con il massimo scrupolo e precisione, senza limitare ulteriori iniziative che vadano a verificare i processi più generali dell’impiego del personale.
D’intesa con il Comandante generale, verrà perseguito ogni necessario approfondimento, anche nella prospettiva di affinare gli strumenti di selezione e formazione, comunicazione e controllo, allo scopo di promuovere ulteriormente le consolidate linee di equilibrio e di rigoroso rispetto delle procedure nello svolgimento delle attività operative.
Conosco, come tutti noi, l’Arma. Da Amministratore locale prima e da Ministro poi, ho ulteriormente apprezzato la solidità morale e istituzionale, lo spirito di abnegazione e di sacrificio, l’umanità e la discrezione, la compostezza e la solidarietà che caratterizzano i Carabinieri e il loro servizio.
Qualità che rendono l’Arma un punto di riferimento, e in alcuni territori l’unica presenza dello Stato, per i nostri cittadini. Una realtà, quella dei Carabinieri, che ci viene invidiata nel mondo. Una realtà che è stata, è e resterà , imprescindibile presidio di legalità e sicurezza per tutti gli italiani.”