di Paolo Valentino

Le KSK, le forze speciali dell’esercito tedesco, verranno radicalmente ristrutturate, una delle loro compagnie dissolta e le altre tre sottoposte a stretta osservazione, dopo la conferma di una forte presenza nelle loro file di elementi dell’estrema destra radicale e ultranazionalista, sia tra i soldati che tra gli ufficiali.

Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, secondo cui «l’unità d’élite si è parzialmente resa autonoma» dal resto della Bundeswehr a causa della «cultura tossica di certe persone alla loro guida». Nell’immediato le teste di cuoio tedesche rimarranno in quarantena, col divieto assoluto di partecipare a esercitazioni e tantomeno alle missioni internazionali.

Create nel 1996 sul modello delle SAS britanniche, forti di circa 1700 uomini, le Kommando Spezialkräfte sono da anni al centro di polemiche. Già nel 2003 il loro primo comandante, Reinhard Günzel, fu costretto a dimettersi, dopo un discorso nel quale aveva definito gli ebrei «popolo assassino». Nel 2017 ad una festa, erano state lanciate in aria teste di maiale e tutti i partecipanti si erano congedati col saluto nazista.

A gennaio scorso, un rapporto riservato ha rivelato che 20 membri delle KSK sono sotto inchiesta, sospettati di essere estremisti di destra. Mentre in maggio si è scoperto che dai depositi sono spariti 48 mila munizioni e 62 chili di esplosivo. «Il muro del silenzio sta per rompersi», ha detto Kramp-Karrenbauer, che oggi terrà una conferenza stampa. La ministra ha avvertito che sede KSK non avranno colto questo avviso, allora una riorganizzazione sarebbe inevitabile».

Fonte: Corriere della Sera

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