La giornata dedicata agli alpini non convince le altre forze militari terrestri. Lo scorso 19 maggio è iniziato l’iter d’esame del ddl 1371 a firma Guglielmo Golinelli (Lega) riguardo l’istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini.
“Le esprimo la ferma contrarietà a tale iniziativa, che a nostro avviso rappresenta una mancanza di rispetto assoluta nei confronti dell’Esercito nel suo complesso”. Inizia così la lettera inviata lo scorso 31 maggio alla presidente della commissione Difesa del Senato, la senatrice Laura Garavini (Italia Viva), dal presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, Gen. C.A. (ris.) Marco Bertolini. Già ascoltati in IV commissione il Gen. C.A. Mario Buscemi, presidente del Consiglio nazionale permanente delle associazioni d’Arma (Assoarma) e il Sottocapo di Stato maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Giovanni Fungo.
Lo scorso 12 maggio è iniziato l’iter di approvazione del ddl. La proposta è stata approvata alla Camera un anno fa, il 25 giugno 2019. Trasmesso al Senato il 27 giugno 2019, il ddl è stato assegnato alla 4ª Commissione permanente (Difesa) in sede redigente il 2 luglio 2019.
La relatrice Tatjana Rojc (Pd) ha illustrato il provvedimento precisando che la data scelta, in particolare, è quella del 26 gennaio. In ricordo infatti della battaglia di Nikolajevka, combattuta il 26 gennaio del 1943 e che è stata uno degli scontri più significativi che videro coinvolte le truppe alpine durante la seconda guerra mondiale. La senatrice dem ha posto quindi “l’accento sul costante spirito di sacrificio del Corpo alpino, sempre contraddistintosi non solo nelle guerre del passato ma anche negli impieghi del presente. Il loro impegno è infatti ricordato in tante calamità che hanno colpito il Paese, dal disastro del Vajont del 1963, al recente terremoto in Abruzzo, così come l’impegno nell’ambito delle missioni militari internazionali”. E, da ultimo, durante la crisi Covid-19.
Il provvedimento prevede dunque l’organizzazione di cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche e mostre fotografiche, con il coinvolgimento, ove possibile, dell’Associazione nazionale alpini. La relatrice ha precisato inoltre che la giornata non sarà considerata una solennità civile, ma “si incentiveranno gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia, a promuovere iniziative in questa occasione. Prevista, infine, la clausola di invarianza finanziaria”.
Ma l’idea di una giornata unicamente dedicata alle penne nere non convince gli altri rappresentanti della componente terrestre delle Forze armate italiane. Come l’Anpd’I, l’associazione nazionale paracadutisti d’Italia.
“Mi limito a parlare di mancanza di rispetto per non adombrare altre più gravi colpe e responsabilità a carico di chi questa iniziativa ha voluto. Tra queste, quella di mettere, per la prima volta nella storia militare italiana, una parte dell’Esercito contro le altre”, si legge nella missiva indirizzata alla presidente della commissione Difesa firmata da Marco Bertolini, presidente dell’Anpd’I. “Gi alpini sono una delle tante specialità dell’Arma di fanteria, come i paracadutisti, carristi, bersaglieri, granatieri, lagunari e fanti aeromobili e meccanizzati (una volta si dicevano “di linea”) e non sono un “Corpo” a se stante, che è possibile isolare dal resto dell’Esercito”.
“Per questo, con l’istituzione a livello nazionale di una giornata solo a loro dedicata si configurerebbe uno “smarcamento” dal resto delle altre Armi e Specialità dell’Esercito che non sono a loro inferiori in termini di sacrifici e di meriti acquisiti nei confronti dell’Italia”, ha precisato il Gen. C.A. (ris.) Bertolini. “Ritengo che questo DDL non si riproponga di celebrare le maggiori glorie militari delle Penne Nere, ma tutt’al più di onorare un’Associazione d’Arma certamente benemerita, con un occhio al suo peso sociale e, temo, elettorale”. Il riferimento di Bertolini è quindi alla Lega, il partito che ha proposto il provvedimento. “Insomma, se si trattasse di un’associazione che naviga sui 10-20mila soci anziché sui 360 mila, come la massa delle altre, forse la proposta non sarebbe stata neppure avanzata, e questo non è eticamente corretto sotto il profilo militare. Ma, credo, neanche sotto quello politico”.
Infine, una proposta da parte del presidente Bertolini. “In una fase storica come l’attuale, quando di tutto si parla tranne che di esigenze dell’Esercito, falcidiato da una carenza di risorse che ne riduce all’inverosimile le capacità operative e nella quale la proposta di ripristinare quella del 4 novembre come una festa nazionale non commuove i distratti nipotini dei Caduti di allora, l’iniziativa assume il sapore di una “presa di distanza” dalle altre Armi e Specialità (e Forze Armate), assolutamente inaccettabile. E non parlo solo da paracadutista, ma soprattutto da Soldato”.
In realtà l’Anpd’I non è l’unica ad aver manifestato perplessità. Le stesse criticità evidenziate nella missiva firmata dal generale Bertolini sono emerse anche durante le audizioni. “Ben venga questo apprezzamento per gli alpini e questo elogio per questa associazione che è diventata qualcosa di straordinario che non trova pari in tutto il mondo come solidarietà interna”. Ha aperto così il suo intervento il gen. c.a. Mario Buscemi, Presidente del Consiglio nazionale permanente delle associazioni d’arma (AssoArma), ascoltato lo scorso 19 maggio.
Tuttavia, il generale Buscemi ha riconosciuto “come questa proposta abbia suscitato perplessità nelle altre componenti dell’Arma, in congedo o in servizio, con inevitabile sensazione di disparità”. Buscemi ricorda infatti che la giornata nazionale del 26 gennaio sarebbe la terza festa istituita per gli alpini, una ridondanza poco opportuna. Per questi motivi, ha suggerito l’istituzione piuttosto di un’associazione alpini in congedo, una festa dell’associazione, piuttosto che il ricordo di tutti gli alpini cha darebbe luogo a paragoni e confronti.
Ma la giornata per gli alpini non è attesa nemmeno dall’Esercito. “Ritengo, a nome anche del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. Salvatore Farina, che non sussiste l’esigenza di istituire ulteriori momenti di celebrazione”. Lo ha dichiarato il Gen. C.A. Giovanni Fungo, Sottocapo di Sme ascoltato in commissione difesa il 9 giugno.
“L’unione dei corpi dispone già di un anniversario, coincidente con particolari fatti d’arma o con la data di costituzione. L’approvazione di questa proposta potrebbe generare iniziative e richieste simili da parte di altre anime della Forza armata, determinando la frammentazione dell’inestimabile patrimonio dell’Esercito e incrinando quella stessa idea di unità che proprio gli alpini hanno testimoniato”. Ha fatto presente Fungo.
Pertanto ha ricordato l’importanza invece di “dare giusto lustro a tutti i soldati dell’Esercito italiano, quale parte di una grande famiglia articolata in armi, corpi e specialità, ciascuna con le proprie peculiarità, hanno indistintamente donato anche la loro vita nel nome del tricolore”.