Test in corso su luci led per la sanificazione degli ambienti stanno dimostrando che la tecnologia, tutta italiana, puo’ inattivare il virus e non essere lesiva sull’uomo
 
Tre reparti che si occupano di progetti di ricerca di base, traslazionale, applicata e diagnostica, sviluppo di reagenti impiegabili nei teatri operativi, allestimento di kit di rilevazione biologica.Questa la struttura del Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare di Roma, che da circa 20 anni si occupa di studiare microorganismi potenzialmente in grado di essere utilizzati e/o manipolati per azioni di bioterrorismo, che ha impiegato continuativamente tutto il proprio personale fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus.

Il Dipartimento, tra le attività condotte in questi mesi, ha avviato una serie di ricerche in collaborazione con altri enti che hanno portato a sequenziare i genomi virali responsabili della malattia covid-19, grazie ad una collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Nello specifico,sono state identificate diverse variazioni nei ceppi che si sono isolati, che permettono oggi di studiare e capire la dinamica della trasmissione del virus, la sua particolare patogenicità e lo studio di futuri vaccini.

Tra le attività del Dipartimento è ora in corso uno studio sulla luce Biovitae®. Si tratta di un dispositivo medico a LED in grado di emettere una speciale combinazione di frequenze nello spettro della luce visibile che, secondo le prime evidenze scientifiche portate a termine nei laboratori del Dipartimento, in 60 minuti inattiverebbe del 99,8% la presenza del virus SARS-COV2 in condizioni sperimentali.

I test attualmente in corso su questo dispositivo a favore della salute pubblica – in collaborazione con l’azienda italiana Nextsense – assumono particolare importanza considerata la necessità di controllare la diffusione del virus sterilizzando e sanificando gli ambienti. Trattandosi di una luce “visibile” (all’apparenza normali lampade) può essere collocata in qualsiasi luogo rendendo più immediato l’utilizzo di questa tecnologia negli spazi in cui è installata. Si tratta, inoltre, di una luce sicura per l’uomo e per i mammiferi che consentirebbe una sanificazione e degli ambienti in maniera continua nel tempo, senza renderli sterili.

Attualmente sono in corso i successivi e necessari test di confermae ulteriori prove verranno condotte nell’ambito di uno studio multicentrico che coinvolgerà laboratori italiani ed europei, tra i quali i laboratori militari di Germania e Svezia, sotto il coordinamento del Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare di Roma.

Il Dipartimento è inserito all’interno di reti internazionali di laboratori omologhi, come nel caso della EuropeanDefence Agency –EuropeanBiodefence Laboratory Network, il cui scopo consiste nella verifica dell’utilizzo degli agenti B nel contesto della Biological and ToxinWeapon Convention (BTWC) e la creazione di una capacità di identificazione forense a livello europeo e dell’EVD-labnet (EmergingViralDiseases-Expert Laboratory Network) un network di laboratori europei che supportano il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) per la diagnostica precoce e la sorveglianza dei virus emergenti (Ebola, Marburg, Chikungunya, West Nile, SARS, Mers-CoV e recentemente SARS-Cov2).
 

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