di Roberto Giardina
L’acciaio dei carri armati nazisti è stato fuso per la facciata della Cattedrale delle forze armate, o della Vittoria (nella foto) inaugurata ieri a Mosca, per ricordare tutte le guerre combattute in oltre mille anni dalla Russia, contro svedesi, mongoli, i francesi di Napoleone e i tedeschi di Hitler. «Vinte con il sangue del nostro popolo e la grazia di Dio», ha detto il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill I.
Ma il tempio vuole ricordare soprattutto l’ultimo conflitto, e sorge a Kubinka, alle porte di Mosca, sul luogo dove nel novembre del ’41 russi e tedeschi si affrontarono in una battaglia feroce e decisiva. II Fuhrer credeva di essere a un passo dal trionfo, e fu invece l’inizio della fine per il Ill Reich. Un viale, la Strada della Memoria, attraversa il parco Patriot, curato dal ministero della Difesa, fino alla porta della Cattedrale, lungo esattamente 1416 metri, un metro per ogni giorno dell’ultima guerra. La cupola dorata si erge oltre i cento metri ed ha la forma dell’elmo di Alexander Nevski, il principe che nel XIII secolo fermò i cavalieri teutonici a Novgorod. La Cattedrale, in stile bizantino rivisto in chiave moderna, può ospitare seimila fedeli ed è la terza per grandezza al mondo, dopo quella di Cristo Salvatore sempre a Mosca, e Sant’Ignazio a San Pietroburgo.
L’inaugurazione era prevista per il 9 maggio, per il 75esimo anniversario della vittoria, ma fu rinviata a causa dell’epidemia. Una cerimonia preceduta da polemiche. All’interno sono esposti mosaici con i volti di eroi, di generali, di politici. Era previsto il mosaico con il ritratto di Putin, ma in un soprassalto di imprevista modestia, e di saggia opportunità, l’ultimo Zar ha deciso che «non è ancora giunto il tempo per venire esposto in un tempio». In un altro gigantesco mosaico si ritrae il corteo della vittoria che attraversò Mosca fino al Cremlino, in cui doveva essere ritratto anche Joseph Stalin. Si è opposto Hilarion, il patriarca di Mosca. «Stalin è il padre della vittoria sui tedeschi – ha detto – ma per imporre il suo potere ha provocato la morte di milioni di esseri umani, nei lager, o lasciati morire di inedia nelle campagne». Una decisione controversa. La Chiesa ortodossa consente di esporre quadri militari purché non abbiano anche un valore politico. Una distinzione a volte impossibile.
Leonin Kalin, responsabile delle opere d’arte della chiesa, era invece favorevole: «La cattedrale ricorda le nostre battaglie e non si dovrebbe escludere Stalin, il grande artefice della vittoria contro il nazismo». I rapporti della Chiesa ortodossa con il potere temporale risalgono al 988 dopo Cristo, quando il principe Vladimir la riconobbe come religione di Stato. Nel 1917, dopo la rivoluzione di Ottobre, i bolscevichi tentarono di cancellare «l’idea di Dio» dal popolo, iniziarono le persecuzioni, ma fu una vittoria apparente per Stalin. Non riuscì a eliminare lo spirito religioso dei russi. E durante la guerra il regime si trovò costretto a chiedere l’aiuto della Chiesa per spingere al sacrificio gli uomini e le donne. Si combattè contro Hitler, il demonio, per la sacra Russia. Un rapporto stretto tra Stato e Chiesa rinato dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Negli Anni Novanta sembró scomparire ogni principio morale, in nome di un profitto sfrenato. Putin cercó l’aiuto della Chiesa per ricostruire una grande Russia. Un’alleanza decisiva. II patriarca Kirill I ha benedetto il suo intervento in Siria, «una guerra difensiva e giusta».
Fonte: QN