di Carmelo Abisso
Nella cappella dell’Accademia militare di Modena si sono svolti oggi pomeriggio i funerali di Pietro Manca, da 44 anni il sarto dell’istituto, deceduto il 9 luglio all’età di 78 anni. Il rito funebre è stato celebrato dal cappellano militare, don Manuel Paganuzzi, alla presenza dei familiari, del comandante dell’Accademia, generale di divisione Stefano Mannino e di numerosi ufficiali, sottufficiali e personale civile.
Nell’omelia il sacerdote ha commentato le letture di san Paolo ai Romani e il Vangelo di Matteo. “Paolo ci ricorda che noi aspettiamo la redenzione del nostro corpo. Matteo (25,31) il giudizio definitivo del cristiano. Nelle beatitudini si parla di colui che veste dopo essere nudo”. Don Manuel ha dedicato due riflessioni al defunto. “Nella mia comunità Signore aiutami ad amare, ad essere come il filo di un vestito. Esso tiene insieme i vari pezzi e nessuno lo vede se non il sarto che ce l’ha messo” citando la martire del XX secolo Madeleine Delbrel. Poi dagli aforismi dei Padri del deserto, il frate nel letto di morte che solo quando gli portano ago e filo sorride perchè si aprono le porte del Paradiso. “Vogliamo che il Signore ci insegni a rivestirci della fede cristiana – ha concluso il cappellano militare con San Paolo – se non crediamo alla resurrezione dei morti, vana è la nostra fede”.
Al termine della funzione è intervenuto il generale Mannino. “L’Accademia militare porge le più sentite condoglianze. Ieri ho ricevuto le telefonate dei generali Farina e Nistri, comandanti di Esercito e Carabinieri, che si uniscono al dolore della famiglia. Ricordo lo spessore umano e professionale del cavalier Pietro Manca, grazie per quello che ha fatto per le Forze armate e l’Accademia, vestendo generazioni di allievi ufficiali. Sarto che ha lavorato per 44 anni in Accademia, iniziando nel 1975 (nda, con il 157° corso). Vorrei concludere con il saluto del cadetto, il sogno di entrare in Accademia. Il momento più bello che ricordo, entrare nella sartoria per prendere le misure dell’uniforme storica. Ho sentito che il mio sogno si avverava, si era creato un rapporto speciale con il nostro sarto. In quel momento mi sono sentito realizzato. Questa è l’immagine che mi porto via, grazie Pietro e buon viaggio”.