Il 29 agosto 2011, a Doha (Qatar) il capo di stato maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, ha partecipato alla riunione dei capi di stato maggiore dei paesi coinvolti nella missione “Unified Protector”.

Alla riunione, oltre ai rappresentanti del Qatar, Emirati Arabi Uniti e Giordania, hanno preso parte il presidente del Comitato nazionale di transizione libico (Cnt) di Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, il responsabile delle questioni militari del Cnt, Omar al-Hariri, e l’ammiraglio Samuel J. Lockear, comandante del Jfc Nato di Napoli.

Nel corso della riunione, a meno di una settimana dalla conquista di Tripoli da parte dei ribelli, è stato fatto il punto della situazione in relazione a quanto sinora svolto ed ai futuri sviluppi.

Mustafa Abdel Jalil ha voluto ringraziare le forze Nato per il ruolo essenziale svolto nella liberazione della Libia, con una particolare menzione al contributo fornito dall’Italia. Ha inoltre sottolineato come i raids delle forze Nato siano stati caratterizzati da estrema precisione e indirizzati unicamente su obiettivi non civili. Infine, evidenziando come la nuova Libia dovrà essere un paese basato sulla libertà degli individui ha sottolineato che non sarà disconosciuto il ruolo svolto dalle nazioni amiche, la cui collaborazione sarà ancora utile e necessaria in settori quali il training di forze armate e di polizia e nel controllo delle frontiere sia marittime che terrestri.

Il generale Abrate, nel proprio intervento, ha rimarcato come “l’Italia sia stata, sin dal principio, particolarmente attenta alla crisi libica, rendendo da subito disponibili assetti aerei e navali oltre alle basi aeree ed ai porti”. Un contributo “cruciale “in prima linea ed un impegno destinato a continuare  finchè necessario, in accordo con le esigenze presenti e future del nuovo governo libico, tese ad una politica di riappacificazione contraria ad ogni forma di vendetta o rivalsa nei confronti degli sconfitti”. In tal senso – ha ribadito il Capo di Stato Maggiore della Difesa – “è importante il raggiungimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in tutto il paese, innanzitutto attraverso il disarmo delle truppe irregolari e la creazione di forze armate nazionali”.

Fonte: Stato Maggiore Difesa

 

 

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