Convegno sull’informazione digitale
“Editori e giornalisti sono stati lenti nell’adeguarsi ai tempi e sul web sono stati spesso collocati gli scarti delle redazioni. Oggi, invece, le competenze tecnologiche sono considerate una necessità, anche a causa della crisi. Serve una nuova organizzazione del lavoro e le difficoltà economiche possono agevolare tale trasformazione”.
Il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, ha parlato delle prospettive del settore nel corso del convegno ”Le notizie ad alta velocità”, organizzato dall’Associazione Stampa Romana e da Nuovo Trasporto Viaggiatori. Ad aprire il dibattito il segretario di Stampa Romana, Paolo Butturini. “Il web – ha detto – ha rovesciato la piramide della comunicazione, in cima non ci sono più i giornalisti ma i cittadini. Le notizie però restano sempre notizie”.
Nell’incontro, che è stato occasione per la presentazione della traduzione del Rapporto 2012 del Reuters Institute sull’informazione digitale, sono intervenuti esponenti del mondo dell’editoria italiana e di quella britannica. “Nel tempo di Twitter – ha affermato Anselmi – le agenzie di stampa rischiano molto, perché le notizie corrono veloci in rete. Sul web, però, il rigore non è sempre garantito e le agenzie per sopravvivere devono assicurare che quello che scrivono è verità”.
Il presidente dell’ANSA ha anche ricordato un episodio avvenuto durante la sua direzione dell’agenzia. “Io premevo molto sulle redazioni affinché l’agenzia desse per prima le notizie – ha ricordato – e così fu per l’omicidio di Versace a Miami. Per quindici minuti non uscì niente su Ap, Reuters e France Presse. Io ero molto fiducioso sulla nostra capacità di competere con le principali agenzie mondiali, ma in quel quarto d’ora temetti che la mia carriera fosse finita”.
Nell’incontro è stata trasmessa un’intervista di Andrea Zappia, ad di Sky Italia. “Oggi non c’é più il duopolio, c’é un’offerta vastissima – ha affermato il manager -. Ci sono realtà che fanno fatica come Rai e Mediaset ed altre che stanno crescendo”. “E’ sbagliato ragionare con logiche vecchie”, ha proseguito, dicendosi non preoccupato di un eventuale ritorno di Berlusconi.
Il convegno è stato anche occasione per parlare dell’approdo del Papa su Twitter. “Ci ha stupito la risonanza mediatica mondiale, siamo quasi arrivati a 2 milioni di follower – ha reso noto il presidente del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Carlo Maria Celli -. In questo momento non riteniamo necessario aprire una pagina Facebook del Papa, perché Facebook ha una dimensione molto più personale, mentre YouTube e Twitter sono più istituzionali”.
“Il fatto che come categoria siamo in ritardo, perfino rispetto al Papa, deve farci ragionare – è stato il commento del direttore dell’Huffington Post Italia, Lucia Annunziata -. Con l’Huffington abbiamo raggiunto a novembre un milione e 400 mila utenti unici e 13 milioni di pagine viste. Lo abbiamo fatto puntando su economia e politica ed evitando il soft porno, perché dopo 20 anni di bunga bunga penso che l’austerity sia la vera innovazione”.
Fonte: ANSA, 14 dicembre 2012