7 gennaio 2012. Oggi in Kosovo si festeggia il Natale ortodosso. Lo slittamento di data è dovuto al fatto che la chiesa serbo-ortodossa continua ad utilizzare il calendario giuliano e non quello gregoriano.
Per quanto riguarda le tradizioni, si possono individuare alcune costanti, che nei secoli hanno subito un processo di cristianizzazione, ma che risalgono a tempi remoti. In tutte le regioni della ex-Jugoslavia le celebrazioni del Natale sono riferite ad un particolare culto degli alberi che testimonia uno stretto rapporto con la natura di una società agro-pastorale antica.
Al patriarcato di Peja/Pec la sera della vigilia un tronco tagliato da un albero, il ceppo di Natale (badnjak), è situato sul fuoco. Questo albero giovane, di solito quercia, è simbolo di Cristo e del suo ingresso nel mondo. L’ardere del ceppo natalizio rappresenta il calore dell’amore di Cristo per l’umanità. C’è un’altra interpretazione: la vigilia di Natale è un annuncio della sofferenza di Gesù sulla sua Croce.
Alla solenne celebrazione del Natale presso il monastero di Visoki a Decani hanno presso parte numerose autorità politiche, diplomatiche, militari della Kfor e i fedeli ortodossi del Kosovo. La sicurezza al normale svolgimento della festività è stata garantita dagli uomini e dalle donne del Multinational battle group west (Mnbg w) di Peja/Pec, a guida italiana e agli ordini del colonnello Andrea Borzaga. Il servizio è stato svolto in collaborazione con la polizia di Eulex (European union rule of law mission in Kosovo).
Il Mnbg w è composto da militari italiani, sloveni, austriaci e svizzeri. Dal 15 novembre del 2011, il Kosovo occidentale, è sotto la responsabilità è del 2° reggimento artiglieria terrestre (alpino) “Vicenza” con sede nella caserma “Pizzolato” di Trento. Altri reparti che contribuiscono al contingente militare italiano nel paese balcanico sono il 10° reggimento trasporti di Bari e il 232° reggimento trasmissioni di Avellino.
Fonte: Kfor Mnbg w PAO